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Mafia: beni sequestrati: Csm, saremo tempestivi e rigorosi

(ANSA) - ROMA - "Saremo tempestivi e rigorosi nell´accertamento dei fatti di nostra competenza e nell´adozione dei provvedimenti". Lo assicura il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, in relazione al fascicolo aperto sui magistrati di Palermo coinvolti nell´inchiesta di Caltanissetta sulla gestione dei beni sequestrati alla mafia. Se ne occupa la Prima Commissione, che oggi ha deciso di chiedere informazioni alla procura di Caltanisetta e al tribunale di Palermo, prima di procedere ad audizioni. Secondo Legnini è stato "doveroso" per il Csm aprire subito il fascicolo sul caso Palermo, visto che si tratta di una vicenda che ha provocato "turbamento" e ora la stessa rapidità si impone per gli accertamenti che dovranno essere compiuti. All´"inchiesta" è stata data perciò una "corsia preferenziale" e gli uffici giudiziari investiti dalla richiesta di notizie più dettagliate dovranno rispondere "in tempi brevissimi", riferisce Paola Balducci, presidente della Prima Commissione - che con Legnini e il relatore della pratica, il laico di Forza Italia, Pierantonio Zanettin - ha avuto un breve incontro con i giornalisti. Solo all´esito di questa istruttoria si decideranno le audizioni, che è comunque "scontato" che ci saranno, come sottolinea Zanettin. Con il presidente del tribunale di Palermo Salvatore Di Vitale c´è già un filo diretto: "siamo in contatto e apprezziamo molto le prime decisioni che ha adottato", dice Legnini. "Ci risentiremo a breve, l´obiettivo prioritario è assicurare la prosecuzione dell´attività dell´ufficio. I procedimenti in corso sono complessi e rilevanti e il cambio in corsa dei presidenti richiede un´attenzione particolare", aggiunge il vice presidente riferendosi alle prime sostituzioni dei magistrati indagati. E a chi gli chiede se questa nuova bufera sugli uffici giudiziari di Palermo faccia emergere il problema di una questione morale nella magistratura, Legnini risponde: "si pone la necessità del recupero di autorevolezza del Csm nell´ accertamento dei fatti e nel rigore sanzionatorio nella consapevolezza che i nostri strumenti non sono adeguati". "Limiti" che sarebbe bene venissero rimossi ma che per ora non comunque impedito alla Prima Commissione di essere "sempre attenta e tempestiva nei suoi interventi", rivendica con orgoglio Balducci, che cita altri due casi in cui il Csm si è attivato chiedendo "subito" informazioni agli uffici giudiziari competenti. Si tratta della pubblicazione di due intercettazioni. Una è quella presunta (perché smentita da diverse procure siciliani) tra il governatore della Sicilia Rosario Crocetta e il suo medico personale Matteo Tutino su Lucia Borsellino, per cui sono indagati due giornalisti dell´ Espresso. L´altra è la telefonata (coperta dal segreto di indagine, ma pubblicata dal Fatto Quotidiano) tra Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, in cui l´attuale premier esprimeva un giudizio molto critico sul presidente del Consiglio allora in carica, Enrico Letta. (ANSA).

Fonte: Ansa legalità

 

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