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Lui è Antonio, di anni 26

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 Lui è Antonio, 26 anni, un eroe. "Sei il mio eroe" a dirglielo è stata lei, mentre lui la liberava dall'incubo. Un posto perfetto in cui abitare, quell'abbraccio. Come a dire "Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetta, qualcuno mi comprende". Antonio Carabiniere, uomo del Sud, Santa Maria Capua Vetere. Si sa, professore o poliziotto che si scelga di fare, ti sbattono lontano. A Brescia queste vite si sono incrociate, 34 anni in due, 7 la bimba, autistica, contro la quale si sarebbe abbattuta - lei continua a negare - la furia di un'assistente scolastica di 33 anni.

 Sono andati a cercarlo in tanti. Giornalisti, mamme e papà per dirgli grazie. Poche parole da parte di lui, il bene, se è autentico, non si racconta nè si amplifica. «Siamo entrati nell'aula. Altri colleghi stavano osservando le immagini delle telecamere: quando è arrivato l'ordine di procedere il mio comandante si è diretto subito verso l'educatrice». «Io invece sono andato verso il "minore": seduta a terra, rannicchiata davanti a me. Ci siamo guardati dritti negli occhi: l'ho fatto io, l'ha fatto lei. Millesimi di secondo. Quasi non ho fatto in tempo a tenderle una mano che ha allungato entrambe le braccia e si è alzata per venirmi incontro».

 Poche parole, per raccontare un'emozione profonda: "Migliaia e migliaia di anni non basterebbero per dire il minuscolo secondo d'eternità in cui tu m'hai abbracciato, in cui io t'ho abbracciato". Parlava di un abbraccio d'amore, Jacques Prévert, ma è lo stesso.

Grazie, Antonio

 

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