Con molta probabilità, fin dalle prossime ore, ai responsabili dello studio di Mestre che, a distanza di pochi minuti dal disastro ferroviario di Pioltello, hanno pubblicato sulla propria pagina
Facebook un post con il quale si offrivano ai familiari delle vittime prestazioni professionali, per di più a condizioni particolari, sarà notificato un atto di apertura di un procedimento disciplinare che potrebbe culminare, al suo esito, anche in una sospensione dall´esercizio della professione.
Nelle ultime ore, infatti, tanto il Consiglio dell´Ordine degli avvocati di Venezia, che quelli di Treviso e Padova hanno ritenuto di diramare, pubblicamente, due note con la quale si esprime indignazione per l´accaduto e si chiede la punizione degli avvocati che se ne sono resi protagonisti:
"Il Consiglio dell´Ordine degli Avvocati di Padova esprime Indignazione per il post pubblicato da alcuni colleghi in riferimento la tragedia ferroviaria di ieri e auspica che questi vengono perseguiti nel modo più severo sul piano disciplinare".
"Il COA di Treviso, visto il post che sta circolando sui social media dalla giornata di ieri, ritenuto il messaggio gravemente lesivo della dignità e del decoro della professione forense, manifesta la più profonda indignazione per la strumentalizzazione di un grave incidente ferroviario per l´accaparramento di clientela e la promozione della propria immagine professionale, ed auspica che i competenti organi di giustizia disciplinare individuino celermente i responsabili della condotta, sanzionandola in modo adeguato alla sua gravità".
Lo studio sotto accusa parla, come riporta la Nuova di Venezia, di fraintendimento: «Ci preme evidenziare che la pubblicazione del post e dei suoi contenuti è stata purtroppo frutto di un fraintendimento. Non era certo nostra intenzione urtare la sensibilità delle vittime di questa grande tragedia alle quali, anzi, vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà» ma il Coa veneziano non la pensa così: «Il Consiglio dell´Ordine degli Avvocati di Venezia esprime il proprio sconcerto in ordine a quanto postato da alcuni iscritti a margine del disastro ferroviario occorso».
Il presidente Chersevani è un fiume in piena: «Cercare clienti tra i familiari delle vittime della tragedia del deragliamento del treno alle porte di Milano - mi si conceda, "a morti ancora caldi" - è un comportamento che va al di fuori della corretta attività professionale. Lunedì 29, il Consiglio dell´ordine prenderà tutti i provvedimenti del caso». Ed ancora: «È importante che l´immagine dell´Avvocatura veneziana, che è sana, non sia minimamente accorpata al comportamento dei singoli. La pubblicità è ammessa, ma nel limite del rispetto della dignità e del decoro della professione previsto dall´articolo 35 del codice deontologico. Post come questi sono inaccettabili: è bene che la gente ne sia informata. Proporrò al Consiglio dell´ordine di prendere adeguati provvedimenti per censurare questo comportamento. Stanno arrivando numerosissimi esposti da tutt´Italia: mai viste tante segnalazioni, il cui senso, peraltro, condivido. Dopo di che, c´è la necessità che a livello nazionale il Consiglio si doti di una direttiva più chiara sulla pubblicità».
Il Coa, infatti, è destinatario di decine di esposti di colleghi da tutta Italia, e perfino di esposti provenienti da associazioni forensi, a partire da quello di Avvocati Liberi Italiani.
Senza anticipare giudizi che spettano ad altri organi, appare del tutto evidente, come molti commenti hanno evidenziato, che l´esame della condotta contestata ruoterà attorno a norme basilari della professione per capire se esse siano state apertamente violate oppure no. Ne riportiamo qui alcuni stralci, facendo riferimento all´art. 35 e 37 del codice deontologico, che in tanti hanno ritenuto violati.
"L´avvocato che dà informazioni sulla propria attività professionale, quali che siano i mezzi utilizzati per rendere le stesse deve rispettare i doveri di verità, correttezza, trasparenza, segretezza e riservatezza, facendo in ogni caso riferimento alla natura e ai limiti dell´obbligazione professionale" (art. 35, c.1)
"1. L´avvocato non deve acquisire rapporti di clientela a mezzo di agenzie o procacciatori o con modi non conformi a correttezza e decoro. 3. Costituisce infrazione disciplinare l´offerta di omaggi o prestazioni a terzi ovvero la corresponsione o la promessa di vantaggi per ottenere difese o incarichi. 4. E´ vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le proprie prestazioni professionali al domicilio degli utenti, nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico. 5. E´ altresì vietato all´avvocato offrire, senza esserne richiesto, una prestazione personalizzata e, cioè, rivolta a una persona determinata per uno specifico affare" (art. 37)
I FATTI: IL POST INCRIMINATO E LA RABBIA DEGLI AVVOCATI SUL WEB
Un cordoglio unanime ha attraversato l´Italia fin da quando le agenzie hanno battuto le prime, frammentarie notizie del pauroso disastro ferroviario del 25 gennaio, che ha provocato la morte di alcuni viaggiatori, prevalentemente pendolari, e il ferimento di decine di altri.
Mentre l´Italia intera si stringeva idealmente intorno ai familiari delle vittime, e alla città di Milano, e mentre i Vigili del fuoco erano ancora impegnati a liberare gli uomini e le donne rimasti incastrati tra le lamiere per condurli nelle palestre delle scuole e negli ospedali, in una bacheca facebook, la bacheca di uno studio legale, ecco spuntare un post che è apparso a tanti come un pugno nello stomaco. Di quelli che fanno male.
L´annuncio è stato pubblicato sulla pagina fan di uno studio legale "X." (non ne riportiamo la denominazione in quanto i fatti non sono ancora stati definiti e in ogni caso nessuno può essere condannato, neppure mediaticamente, senza potersi difendere) che ha sede in Veneto e sarebbe specializzato in diritto penale e risarcimento danni.
«Il deragliamento del treno regionale 10452 alle porte di Milano – era scritto in questo post - ha provocato morti e feriti. I prossimi congiunti delle vittime e le numerose persone che hanno subito lesioni hanno diritto di ottenere il giusto risarcimento dai responsabili dell´accaduto». Siamo «in grado di fornire assistenza altamente qualificata alle incolpevoli vittime di questa sciagura. Pagamento di spese e compensi legati solo a risarcimento danni ottenuto». E infine: contattateci «per ottenere una valutazione preventiva del caso senza oneri a carico».
Passano pochi istanti, e si scatena la rabbia degli avvocati italiani, che probabilmente mai, come in questa occasione, il mondo del web ha visto uniti in una corale e fortissima condanna di un gesto apertamente chiamato di sciacallaggio. Le bacheche e i gruppi forensi si intasano di commenti al vetriolo. "Ci fate passare tutti per avvoltoi", "Non siete degni di permanere nella avvocatura, radiazione" sono quelli più teneri. In altri casi i commenti degenerano in insulti autentici, comunque condannabili.
Prima decine, poi centinaia di commenti. Intervengono le maggiori organizzazioni forensi, i movimenti presenti nel web. Mobilitazione Generale degli Avvocati, poi Avvocati Liberi. Spesso in contrasto nella politica forense, questa volta tutti, all´unisono, fermi nel condannare una condotta che, dicono, scredita tutti. Tutti ad invocare l´apertura di un procedimento da parte del Consiglio dell´Ordine competente. Ci sarebbero gli estremi, dicono, ad essere violati sono l´articolo 35, sui principi che devono fondare la condotta di chi porta la Toga, e l´articolo 37, che vieta in modo categorico l´accaparramento di clientela. Ma qui, nel post contestato, vi sarebbe molto di più.
Non si tratterebbe, si fa rilevare, di un accaparramento ordinario, di per sé non consentito. Si tratterebbe di una offerta al pubblico mentre i cadaveri sono ancora caldi, mentre tutta l´Italia segue con il fiato sospeso l´andamento dei soccorsi. E questi qui, dicono in tanti, non solo offrono le proprie prestazioni legali, ma arrivano al punto di situarsi a Pioltello, il luogo della tragedia e del dolore, mentre sono veneti, affermando il falso.
Passano pochi minuti, il post viene frettolosamente cancellato. Rimosso dalla bacheca. Troppo tardi, ci sono gli screenshots, che, in un crescendo, sono ancora condivisi, decine, centinaia di volte.
Continuano i commenti. Hanno rimosso, ma non chiedono scusa? Non sentono l´esigenza di dire la propria, dato che l´intera avvocatura italiana ha levato alta e forte la propria voce? Ma non ci sono risposte rispetto ad una rabbia che continua, come prima è più di prima.
A parlare solo in tantissimi, ma diamo conto di alcune voci. Una tra le prime è quella di Valentina Restaino: "Il post sulla tragedia di Pioltello è stato davvero terribile. Rimuoverlo non serve a niente, ormai la figura terribile la avete fatta. Senza parole"
Tocca a Lella Quadri: "C´erano famiglie che piangevano per le tre donne morte nel deragliamento del treno a Pioltello, i soccorritori erano ancora al lavoro per estrarre i feriti dalle carrozze, e subito avete pubblicato un´offerta delle vostre prestazioni per le richieste di risarcimento. Sono senza parole"
Lucio Nicolò Fonti Castelbonesi dice: "Se è vero quello screenshot che gira su fb della pubblicità con la tragedia di Pioltello, mai di una vergogna simile era stata macchiata l´avvocatura, perché´ lo schizzo dello sterco di Satana è capace di macchiare anche il nero della toga; se non è vero, mi auguro, spero che lo Studio si tuteli lavando l´onta che gli hanno gettato addosso"
E Giovanna Ollà: "Non ho mai visto l´avvocatura così compatta come nel segnalare lo sdegno verso la propaganda riferibile, almeno apparentemente, al vostro studio , e finalizzata evidentemente ad acquisire come clienti le vittime del disastro ferroviario di Milano ...darei anche un ´ occhiata all´ art 35 del Codice Deontologico ..."
È la volta di Diana Michelazzo: "Colleghi, è a causa di comportamenti come quelli descritti nel post che i cittadini ci percepiscono come dei beceri approfittatori e via dicendo. Ed è evidente che è l´intera categoria che viene posta sotto giudizio, non il caso specifico. Ciò non è tollerabile. Ci auguriamo davvero tutti che il post sia falso e attendiamo la vostra replica sul punto".
Durissima anche Pia Santella Perricci: "Da persona ritengo che sia squallido approfittare del dolore altrui per cercare di ottenere ricompense profitti economici.... da AVVOCATO - qualora sia vera la pubblicità che gira su Facebook- mi dissocio totalmente dal vostro comportamento.... un Avvocato non si approfitta del dolore altrui, un Avvocato non si fa pubblicità in una maniera così deplorevole... un Avvocato deve tutelare la dignità della persona sempre e comunque! Pia".
Dopo la cancellazione ddl post tocca a Luigi Del Pacchia: "Per curiosità, Colleghi: Voi confermate di essere quelli che hanno prima postato, poi rimosso, un thread nel quale Vi offrite gratuitamente per difendere le vittime della tragedia ferroviaria, violando mezzo Codice Deontologico e screditando tutta l´Avvocatura? Perchè se non siete Voi, vorrei vedere - prima di segnalare la pagina e di inviare gli atti alla Commissione di disciplina - una profonda smentita".
Ultima stoccata da Maria Domenica Zoccali: "Complimenti vivissimi, siete riusciti nel vostro scopo..far parlare di voi. E probabilmente sarete anche assoldati da qualcuno con meno scrupoli di voi e considerati bravi. Poi arriveranno le ospitate in tv, nelle consuetudinarie trasmissioni spazzatura, e avrete la fama raggiunta nel classico metodo all´italiana...avete vinto tutto!!! Chapeau".
Infine Calogero Dolce: "Se è reale il post sulla tragedia dell´incidente ferroviario credo che sia il COA di aapartenenza e sia il CDD non possono rimare inerti ! Credo che vi meritiate una sanzione disciplinare esemplare !"
E il Consiglio sta provvedendo. Anzi, i Consigli, compresi quelli di altre regioni. A dare l´annuncio è un altro legale, Valeria Biagetta Biagetti: "A quanto mi è dato sapere, il COA di Siena ha presentato esposto contro questi figuri che nulla hanno a che vedere con la categoria a cui orgogliosamente appartengo. Ritengo doverosa una presa di posizione decisa da parte di tutta l´Avvocatura con intervento diretto da parte del CNF. Mi ritengo profondamente offesa dall´oltraggioso post ed a nulla è valsa la sua eliminazione. Mi aspetto scuse pubbliche ed una sanzione esemplare. SIETE UNA VERGOGNA PER TUTTI".