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L'anno scolastico è finito ed allora bisogna festeggiare. Una festa in classe, magari l'ultima ora dell'ultimo giorno oppure una scampagnata, una gita al mare dato che le temperature lo permettono? Assolutamente no. Occorrono emozioni forti. Come, per esempio, prendere un animale, in questo caso la gattina mascotte della scuola, aprire la finestra dell'aula al secondo piano e scaraventarla giù senza tanti complimenti. Accade in italia, anno domini 2019, nella civilissima Viareggio, il nonne esitiamo a definirlo un crimine, e non solo perché l'ordinamento tutela gli animali dai maltrattamenti.
È è stata la stessa scuola a rivelare quanto accaduto con un post pubblicato su facebook, nel quale ha preso le distanze dal comportamento inconsulto di questi ragazzi, che chiama in causa direttamente le loro famiglie e che, commentano molti adulti tra i quali anche diversi avvocati, vanno duramente puniti: "E' accaduto stamani al termine delle lezioni all'Istituto Piaggia un fatto di una gravità estrema. Una gatta, da mesi adottata dalla scuola e abitualmente accudita da tutto il personale scolastico e dagli studenti, è stata fatta volare giù dal secondo piano dell'edificio, in quello che sembra un gioco scriteriato ma si configura a tutti gli effetti come un reato, e che va in ogni caso contro ogni convinzione etica e civica di tutti coloro che gravitano intorno al "Piaggia": docenti, dirigenza, collaboratori, segreteria, ragazzi e famiglie che, nelle sue rappresentanze (Collegio Docenti e Consiglio di Istituto), condannano senza appello questo gesto inqualificabile, incivile e violento". Così il comunicato, che continua: "Per lo stesso motivo il Consiglio d'Istituto, a partire dalla componente dei Rappresentanti eletti dagli studenti, chiede a ciascuno la massima collaborazione perché vengano alla luce informazioni certe, ed un'assunzione di responsabilità che permetta di risalire al o ai responsabili in maniera che siano sanzionati nella maniera più opportuna". Ed ancora: "L'Istituto è determinato nel fare chiarezza sull'accaduto, al punto che, nonostante sia terminata l'attività didattica, se non fossero atti dovuti e obbligatori si era pensato anche di sospendere gli scrutini delle classi"
2 parole, in ultimo, sul destino dell'animale: "La gatta è stata portata d'urgenza in un gabinetto veterinario da una docente: non ha ossa rotte ma una febbre molto alta con respiro affannato, sembra come conseguenza dello spavento".
La notizia viene diffusa dalla scuola e cominciano ad arrivare i primi commenti. Poi ne arrivano altri, quindi è una voce unica ed unanime: bocciate quei ragazzi, denunciateli all'autorità giudiziaria perché fatti del genere solo inqualificabili e meritano punizioni esemplari e calibrate.
Tra i primi a commentare questa notizia è il giornalista Andrea Scanzi che così scrive nella propria bacheca facebook: "I genitori, con quel fare odioso che a volte hanno i genitori disposti a tutto pur di assolvere la prole, diranno: "Sono solo ragazzi". Io invece spero che trovino i deficienti colpevoli (chi ha lanciato il gatto, ma pure chi ha riso di gusto della "bravata"). Li boccino. Gli diano qualche mese (anche anno: son generoso) di galera. E che ne pubblichino ovunque i nomi, affinché tutti sappiano in eterno chi furono quelle giovani carogne vili e mentalmente sottosviluppate che per "festeggiare" fecero una cosa cosa sommamente ignobile. E finiamola anche col ripetere come dei coglioni giustificazionisti che "è solo una bravata, a quell'età l'abbiamo fatto tutti". Per niente. Proprio per niente. È ora di finirla con questa moda mielosa degli alibi perenni. Io non l'ho mai fatto. E neanche ci ho mai pensato. E come me non ci hanno mai pensato milioni di persone (a 15 come a 40 come a 70 anni). Gesti simili sono imperdonabili. A prescindere dall'età. E meritano punizioni esemplari. Che razza brutta che siamo. C'mon asteroide sempre".
Speriamo che, come si dice, questo ignobile gesto non passi in cavalleria. Che questi animali non se la cavino con qualche giorno di sospensione, o con un voto meno in condotta. In tal caso i complici sarebbero i loro insegnanti.
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