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L' Europa alla canna del gas (russo). La guerra in Ucraina e la questione energetica

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Venerdì 25 febbraio Mario Draghi ha riferito in Parlamento sulla crisi ucraina. L'Italia sposa con convinzione la linea degli alleati, si legge anche in un tweet di Palazzo Chigi, dopo che alcune ricostruzioni europee emerse in giornata vedevano il nostro paese contrario all'inasprimento delle sanzioni contro la Russia. Tutto falso, dunque, anche se la guerra e ritorsione delle sanzioni potrebbe innescare un problema energetico per quei paesi fortemente dipendenti dal gas russo, che affrontano già da settimane il rincaro bollette. 

Italia, Germania e Austria fanno parte di questa lista, basti pensare che il 50% del gas che importiamo è di provenienza russa e che l'export energetico rappresenta uno dei maggiori introiti economici per il Cremlino (circa il 30% delle entrate). Insomma, il gioco delle sanzioni e contro sanzioni potrebbe colpire tutti e rivelarsi controproducente. 

Nonostante ciò, l'Alto rappresentante UE, Josep Borrell, ha fatto sapere di aver incluso nella lista delle sanzioni personali il presidente Putin e il suo ministro degli esteri Lavrov. Prima di loro, gli unici leader ad esser soggetti a sanzioni dirette sono stati il presidente siriano Assad e quello bielorusso Lukashenko, entrambi alleati di Putin. Anche il governo statunitense, secondo fonti del New York Times, pare intenzionato a colpire con sanzioni direttamente Putin e alcuni oligarchi russi.

 Le sanzioni adottate dall'UE

L'Ue ha sino ad ora imposto sanzioni di tipo finanziario e tecnologico. Si è deciso di limitare l'ingresso di banche russe e società di difesa statali ai mercati dei capitali europei, impedire l'acquisto di attrezzature di ricambio alle compagnie aeree russe, vietare l'esportazione di tecnologia dall'UE verso la Russia e di limitare i depositi bancari dei cittadini russi in UE. Si discute invece il blocco della vendita di gas russo verso l'Ue e l'esclusione della Russia dal sistema internazionale di pagamento Swift

Le conseguenze economiche per l'Italia dipendono molto dall'evoluzione della guerra, da quali nuove sanzioni l'UE deciderà di applicare e da quali saranno le controsanzioni che adotterà Putin. Il tutto pare un gioco a somma zero che vede perdenti sempre i cittadini, specialmente le classi più povere della popolazione, già alle prese con l'aumento dei prezzi dovuto all'inflazione come conseguenza economica della crisi pandemica. La Russia e l'Ucraina rimangono partners commerciali importanti per l'Italia soprattutto per l'import di materie prime strategiche come gas e grano. 

Ritorno al carbone per sopperire alla crisi energetica

Nell'informativa urgente alla Camera il premier Draghi ha dichiarato che "potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell'immediato", il governo è pronto a calmierare ulteriormente il prezzo dell'energia ove e quando risultasse necessario. Il ritorno al carbone, fonte fossile altamente inquinante, suona come un ritorno al passato, un colpo mortale contro le battaglie ambientaliste e il patto di Glasgow (Glasgow Climate Pct) raggiunto il 13 novembre del 2021. L'Italia come altri paesi aderenti si era impegnata a ridurre a zero questa fonte energetica entro il 2025, adesso è pronta a riattivare alcuni impianti come dimostra la riapertura a fine dicembre delle centrali di La Spezia e Montefalcone (che dovrà rallentare la riconversione). Le centrali a carbone sono sette e coprono il 4.9 % del fabbisogno energetico italiano, dislocate in tutta la penisola, ma con l'aumento del prezzo del gas potrebbero rallentare il processo di riconversione.

Il futuro dell'Europa così come la lotta al riscaldamento globale sembra essere legato alla canna del gas russo, mai quanto oggi forse i cittadini europei comprendono che la questione climatica riguarda non solo la riconversione industriale e l'aumento dei prezzi delle materie prime ma anche la sicurezza del Continente. Ogni missile sganciato contro i palazzi a Kiev in queste ultime ore cancella i passi avanti fatti in direzione di una maggiore sostenibilità energetica e le battaglie ambientaliste di una nuova generazione. 

 

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