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Ivan, il lupo siberiano e una scelta dettata dal cuore. Sindaci, svegliatevi!

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 Se lo vedi in foto ti sembra un lupo siberiano. Lo sguardo glaciale, il taglio degli occhi da mongolo, una specie di Gengis Khan redivivo.

Ivan è ucraino, Sindaco di Melitopol, una delle città simbolo di questa cazzo di guerra insensata. All'alba del 2022 siamo a fare i conti di nuovo con la follia umana. Tipica di chi non impara mai nulla.

 Comunque.

Ivan, dopo che i russi hanno occupato la sua città, ha deciso di non abbandonare chi l'aveva votato. Ha trasformato il municipio in un deposito di cibo e altri beni di prima necessità.
Ha organizzato la macchina dei soccorsi.
Ogni giorno conduce dirette Facebook e fa garrire la bandiera ucraina sulla torre del comune. Fino a quando ci saremo noi, dice, la nostra bandiera continuerà a sventolare. Su di noi.
Non la ammaineremo mai.

Ieri pomeriggio 10 russi lo sequestrano e lo portano via. Gli mettono un sacchetto in testa e lo fanno sparire.
Questa è la vita che ci meritiamo oggi ?
Ivan è il simbolo di tutti quelli che non ci stanno. Non ci sto ad accettare un mondo dove - dopo la pandemia - arriva una guerra così folle ed immotivata.
Mi fanno ridere quelli che dicono:guarda che forse Putin ha ragione.
Ragione per cosa perdìo? É l'esempio della prepotenza umana allo stato liquido.
É un uomo con cui bisogna prendere le armi, come avrebbe fatto Churchill. Lo insegnava già allora: non si discute con una tigre quando questa ti ha già stretto la testa dentro le mascelle.

Ivan ha scelto, ha fatto una scelta di giustizia. Ragionata anche con il cuore. Forse con il cuore della giustizia. Disperata ? Può darsi.
Ha deciso di proseguire su quella via dove la civiltà elettorale lo aveva condotto. Una civiltà che non avremo più. I voti, le opinioni, i discorsi, la dialettica:è un bagaglio ormai vuoto, dismesso, come la pelle del serpente.
Il Direttore di Reti di Giustizia, Piero Gurrieri tra la gente ha lanciato l'idea che tutti i Sindaci italiani condividano vogliano accostare al proprio gonfalone quello della città di Melitopol.
Sarebbe un bel gesto, un riconoscimento ad un uomo che rappresenta molto. Un individuo da solo può incarnare il senso delle istituzioni o il valore della legge. Ivan, in solitaria, ha deciso di non mollare quel misero brandello di civiltà che forse gli era rimasto a covare dentro. Come le ceneri. Lasciare ai Russi la possibilità di fare oggi quel che stanno facendo in Ucraina, vuol dire lasciargli campo libero per procedere anche oltre.
Soprattutto oltre.
E allora? 

 Cazzo, svegliatevi. Chi ha paura della Terza Guerra mondiale? Tutti. Ma aver paura di fermare un uomo così è decisamente peggio. Se serve sventoliamo una bandiera anche più volte al giorno. I cuori non si fermano con un sacchetto di plastica. Toglie l'aria ma non la libertà.

Continua a reggere in mano la tua bandiera gialla e blu, Ivan. Noi ti guardiamo.

Fino a quando ci decideremo ad issare anche noi la nostra bandiera in cima al pennone delle nostre vite.

L'esempio ce l'hai dato tu.

 

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