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Interessi elevati, fa causa alla finanziaria. Tribunale Pistoia: "Usura, da restituire solo capitale"

Una sentenza che potrebbe essere considerata apripista quella emessa nei giorni scorsi dal tribunale di Pistoia, al quale si era rivolta una consumatrice contro una finanziaria che le aveva prestato dei soldi, lamentando la eccessiva onerosità del prestito e l´impossibilità di poterlo onorare. Su un prestito di 15.000 euro si era ritrovata a dover pagare un interesse del 17% ma il tribunale di Pistoia le ha dato ragione: dovrà restituire soltanto il capitale.
A fronte di un prestito di 15.000 euro, dopo aver pagato regolarmente le rate per alcuni anni, si era ritrovata, quando non era stata più in grado di farlo, a doverne restituire ancora 21.000. Con un tasso d´interesse lievitato fino al 17%. Ma ci ha pensato il Tribunale di Pistoia a rimettere le cose a posto: con una sentenza in tema di interessi usurari che potrebbe fare giurisprudenza. E che farà parlare, visto che riguarda una nota finanziaria di livello nazionale.
Il caso riguardava una giovane donna che, nel 2009, stipulò con la finanziaria un contratto di finanziamento per ottenere la somma di 15.000 euro, dietro la cessione del quinto del proprio stipendio di dipendente. Nonostante il pagamento della rata mensile per alcuni anni, la ragazza aveva poi perso il posto di lavoro e non aveva potuto, dopo il 2011, continuare a pagare. Così il debito, calcolando spese e interessi era lievitato a 21.000 euro. La finanziaria si era nel frattempo fatta rimborsare il credito dall´assicurazione e quest´ultima aveva fatto causa alla ragazza per recuperare tale importo.
La giovane, difesa dall´avvocato Alessandro Fagni di Pistoia, ha però impugnato il decreto ingiuntivo, sostenendo che i tassi di interesse applicati dalla finanziaria avessero superato il tasso d´usura, circostanza che avrebbe comportato l´azzeramento di qualsiasi interesse a carico della donna e l´obbligo di restituzione del solo capitale. E così è andata. Il giudice Sergio Garofalo, dopo una veloce causa e con l´ausilio di una perizia tecnica per ricalcolare gli interessi applicati, ha dato ragione alla giovane, azzerando tutti gli interessi dovuti e accertando che il nuovo saldo a debito era intorno ai 10.000 euro. Il motivo con cui il Tribunale ha potuto accertare l´usurarietà del finanziamento è stato oggetto di una recentissima sentenza della Cassazione, pubblicata e commentata in questo portale, che aveva chiarito come, nel calcolo degli interessi complessivi di un prestito, dovessero essere considerate tutte le spese connesse al finanziamento, quali commissioni, oneri accessori e soprattutto le spese per la polizza assicurativa. Con questo ricalcolo, l´interesse del prestito della donna era schizzato ad oltre il 17%, quando invece il tasso d´usura di quel periodo era del 13% circa.
Una sentenza, quindi, quella della Cassazione, che, come avevamo ipotizzato in questo portale nel momento in cui l´avevamo pubblicata in commentata, potrebbe creare un terremoto nel mondo dei prestiti al consumo dando modo a molti cittadini di difendersi efficacemente.
La pronuncia della Suprema Corte cui fa riferimento la sentenza è la numero 8606/2017 che, nelle enunciare il principio di diritto cui si è fatto cenno, aveva in realtà ripreso quanto stabilito, con un proprio atto normativo generale, dalla Banca d´Italia che nel 2009 aveva precisato che : "restano incluse nel conto di usurarietà le spese per assicurazione o garanzia intese ad assicurare il rimborso totale o parziale del credito, se la conclusione del contratto avente ad oggetto il servizio assicurativo è contestuale alla concessione del finanziamento".
La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 8806/17, definendo i principi di diritto da seguire per il calcolo del tasso effettivo globale nel pieno rispetto dell´articolo 644 c.p., si era quindi riferita al collegamento tra le spese di assicurazione e il contratto di finanziamento: "In relazione alla ricomprensione di una spesa di assicurazione nell´ambito delle voci economiche rilevanti per il riscontro dell´eventuale usurarietà di un contratto di credito, è necessario e sufficiente che detta spesa risulti collegata all´operazione di credito. La sussistenza del collegamento, se può essere dimostrata con qualunque mezzo di prova, risulta presunta nel caso di contestualità tra la spesa ed erogazione".


Fonte: Il Tirreno - Pistoia

 

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