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Il Primo Maggio

rizzo

Albert Parsons (1848-1887) è un sindacalista anarchico americano che, a seguito di uno sciopero a Chicago il Primo Maggio del 1886 per la giornata di 8 ore, si trova invischiato in una manifestazione che provoca molti morti e feriti a seguito di una bomba, fatta esplodere tra la folla con la sparatoria innescata dalla polizia che si è messa a sparare in ogni dove.

Nella sua biografia, Parsons così descrive l'accaduto: "L'evento si è concluso intorno alle 22:00 e alla fine dell'evento, dopo che  ero già partito e mentre il pubblico si stava già allontanando, un grande gruppo di poliziotti è venuto e ha forzatamente detto alla folla di disperdersi. A quel punto una bomba lanciata nella piazza esplose, uccidendo un poliziotto e ferendone altri. La sparatoria esplose, causando 7 morti e molti altri feriti". Furono arrestati sette operai.

Dopo, anche Parsons finì tra gli arrestati e, dopo un processo dai contorni pochi chiari, furono condannati all'impiccagione. Che viene eseguita l'11 novembre 1887.

A seguito di questa manifestazione sanguinosa, lo Stato americano dell'Illinois concede, per primo, la giornata di otto ore lavorative.

In Europa la ricorrenza del Primo Maggio viene ufficializzata nel 1889.

In Italia nel 1891. Un anno pieno di fermenti un po' in tutto il paese e, in particolar modo anche in Sicilia.

Il 1891 è l'anno dei Fasci dei lavoratori e la nascita delle Camere del lavoro. Luoghi che non esitarono a scendere in piazza e sfidare gli ambienti padronali per maggiori diritti, paghe dignitose, migliori condizioni di lavoro.

Francesco Renda, nella sua "Storia del Primo Maggio" delinea, dalle "origini ai nostri giorni" un compendio storico interessante, con tutte le vicende, temporali e geografiche, di questo giorno che fece scrivere a Filippo Turati, nel 1891: "questa è l'umanità che arriva, è la giustizia che annunzia il suo trionfo". 

Come si sa, al Nord Italia, soprattutto, esistevano le varie Leghe. Bianche, legate alla "Democrazia Cristiana" di Romolo Murri, e le Leghe Rosse legate al partito Socialista.

C'erano dei conflitti tra i due Movimenti, eppure è stato sufficiente una Festa del Primo Maggio per far capire che, tutto sommato, entrambi facevano gli interessi dei cittadini.

Come ci spiega Francesco Renda: "Nel 1908 le celebrazioni del 1° maggio in Italia, più che dalla lotta per la pace furono in vece caratterizzate dallo sciopero agrario parmense. Ma si ebbe un fatto nuovo che a prendere parte alle celebrazioni del 1° maggio per la prima volta fossero anche i cattolici in provincia di Cremona con la presenza di Guido Miglioli e don Luigi Sturzo. In precedenza, la festa del lavoro per i cattolici era stata il 15 maggio, giorno della promulgazione della Rerum Novarum di Leone XIII".

In molti continuano a chiedersi il senso di una proposta, la ricorrenza del Primo Maggio, a 128 anni dalla sua nascita.

Visti i tempi che corriamo, la negazione delle verità più evidenti, una recrudescenza della violenza nei confronti dei più deboli, donne, bambini, uomini malati, uomini delle istituzioni, dopo aver giurato sulla Costituzione, che seminano quotidianamente odio e rancore nei confronti degli "ultimi", movimenti eversivi, fuori legge, che la fanno da padroni sulle pubbliche Piazze nell'indifferenza più assoluta…!

Sono questi i momenti in cui ognuno di noi, singolarmente e collettivamente, debba sentire il bisogno di interrogarsi sulla nostra Memoria, cosciente che non c'è futuro senza memoria. 

La riflessione sulla Memoria del mondo del lavoro, sulle conquiste, sui sacrifici, sulle vittime affronta una parte recente del nostro vissuto, sviluppatosi nell'arco di tempo che va dalla fine dell'Ottocento al Secondo dopo guerra del secolo scorso.

A questo punto potremmo ricordare la strage di"Portella della Ginestra" delle sue vittime innocenti, della commistione di interessi di una padronato feudale con gli ambienti malavitosi.

Due ricordi, solo per gli smemorati.

La mattina del Primo Maggio 1947 i braccianti agricoli e i contadini del palermitano si erano dati appuntamento a Portella della Ginestra: una vallata sul territorio di Piana degli Albanesi, circondata dai monti Pizzuta e Cometa.

Doveva essere una festa inserita in quella battaglia che si stava conducendo, in tutta la Sicilia, per l'occupazione delle terre incolte. Battaglia che i sindacati avevano ingaggiato con i padroni feudatari, restìi a concedere ciò che una riforma dello Stato repubblicano aveva previsto.

Mentre si intonavano i canti di "Bandiera rossa", in un clima festoso di donne, uomini, vecchi e bambini, arrivati a piedi, con i carretti e a dorso di cavalli e di muli, all'improvviso dai monti Pizzuta e Cometa scesero gli uomini della banda di Salvatore Giuliano e cominciarono a far crepitare fucili, pistole, mitra, mitragliatrici e bombe a mano. Una vera strage.

Quella che doveva essere la Festa del lavoro si trasformò in un immenso bagno di sangue.

Caddero, otto vittime innocenti e una trentina di feriti.

Dall'inizio del secolo scorso in Sicilia sono stati uccisi una sessantina di sindacalisti che avevano scelto di stare vicino agli indifesi.

Per chi desiderasse saperne di più due testi fondamentali. Francesco Renda (nella foto), "Storia del Primo Maggio dalle origini ai nostri giorni", editrice Ediesse; Emanuele Macaluso, "Portella della Ginestra Strage di Stato?", editrice Castelvecchi.

Buon e sereno Primo Maggio. 

 

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