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Il nuovo contraddittorio nei giudizi innanzi alla Corte Costituzionale.

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Entreranno in vigore dal 21 giugno 2022 le nuove regole sui giudizi innanzi alla Corte costituzionale previste nel decreto del Presidente del 30 maggio scorso.

Il nuovo decreto dà attuazione agli artt. 10 e 19 delle "Norme Integrative per i giudizi innanzi alla Corte Costituzionale " approvate con delibera della Corte in sede non giurisdizionale del 22 luglio 2021, così come modificate con delibera della Corte del 24 maggio 2022 ed affianca, allo scambio delle relazioni scritte già previsto dal previgente regolamento, una breve discussione orale.

In base al nuovo decreto, il giudizio non sarà più introdotto dalla relazione iniziale bensì da una sintetica introduzione da del giudice relatore, il quale, cinque giorni prima di ogni udienza, potrà rivolgere domande scritte agli avvocati.

Esaurito l'intervento del giudice relatore, dopo una breve discussione sulle questioni preliminari, su invito del Presidente, seguirà poi la discussione nel merito: ciascuna parte e ciascun interveniente ammesso in giudizio avrà a disposizione quindici minuti per svolgere le proprie difese orali e rispondere alle domande formulate per iscritto dal giudice relatore.

Il tempo a disposizione per lo svolgimento delle difese orali appare in realtà assai breve, ma può essere aumentato dal Presidente, sentito il giudice relatore, quando la natura o il grado di complessità della causa lo suggeriscano.

Ininfluente, ai fini dell'assegnazione del tempo a disposizione per l'esposizione delle proprie difese, la circostanza che la parte o l'interveniente si avvalga dell'assistenza di più difensori: secondo quanto previsto dall'art. 3 del decreto in questione, infatti, in tal caso i difensori dovranno suddividersi il tempo complessivamente assegnato alla parte o all'interveniente che assistono.

La fase conclusiva della discussione è regolata dal Presidente e prevede la possibilità, per ciascun giudice, di rivolgere brevi domande ai difensori presenti.

Con il decreto del 30 maggio scorso, ha spiegato il presidente della Consulta Giuliano Amato, anche le udienze della nostra Corte costituzionale, come già avviene nelle corti europee, saranno segnate più dal dialogo (anche serrato) fra giudici e avvocati che non dal (solo) ascolto reciproco di relazioni già scritte.

Nella nuova realtà giudiziaria scaturita dall'emergenza sanitaria, caratterizzata dalla ricerca di nuove modalità di svolgimento del processo che ha condotto alla dematerializzazione degli atti ed al proliferare di disposizioni eccezionali che hanno esteso il processo telematico anche ad ambiti, come ad esempio quello penale, che, in virtùdei principi regolatori, mal si adattano a tale modalità di svolgimento, l'introduzione dell'oralità nel processo costituzionale, forse, rappresenta una prima, timida, inversione di rotta.

 

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