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Il Codacons in procura contro Ryanair.

"Verificare se ha continuato a vendere biglietti anche sapendo delle difficoltà". L´Unc: "La compagnia ritarda tutti i rimborsi di due giorni"
Pubblicato il 20/09/2017
LUIGI GRASSIA
Il caso Ryanair è destinato a tener banco ancora per molti giorni. Dopo il caos delle cancellazioni, l´associazione di consumatori Codacons ha presentato un esposto alle procure della Repubblica di Roma, Bergamo, Bari e Cagliari chiedendo di accertare il momento preciso in cui Ryanair ha avuto consapevolezza di che non poter garantire i i voli, e verificare se sia stata data tempestiva comunicazione ai clienti e se la compagnia abbia continuato a vendere biglietti pur conoscendo le difficoltà tecniche cui andava incontro.
«Se la compagnia aerea ha venduto biglietti anche dopo essere venuta a conoscenza del rischio di non poter garantire i voli, e se ha tardato a disporre le cancellazioni e relative comunicazioni ai passeggeri, scatterebbe l´ipotesi di frode in commercio – spiega il presidente Carlo Rienzi –. In tal senso abbiamo chiesto alle procure di svolgere le dovute indagini del caso a tutela di migliaia di viaggiatori coinvolti nel caos Ryanair».
Intanto il Codacons pubblica sul proprio sito internet il modulo di querela attraverso il quale i passeggeri che hanno subito danni a causa della cancellazione del volo possono chiedere il risarcimento alla compagnia aerea.
«Tutti coloro che hanno perso i soldi o sostenuto spese aggiuntive a causa della cancellazione del volo (perdita notti in hotel, perdita giorni lavorativi, spese per trasferimenti alternativi o alloggi, ecc.) troveranno sul sito www.codacons.it , a partire da questo pomeriggio, il modulo attraverso cui chiedere il giusto risarcimento a Ryanair. E se la compagnia rifiuterà gli indennizzi, scatterà una mega-class action promossa dal Codacons per conto dei passeggeri danneggiati».
L´Unione Nazionale Consumatori ha segnalato all´Enac che Ryanair sul suo sito ha scritto che «i rimborsi saranno accreditati entro sette giorni lavorativi sulla carta utilizzata per la prenotazione originale», invece le norme (dice l´Unc) prevedono sette giorni, non sette giorni lavorativi. Secondo il presidente dell´Unc, Massimiliano Dona, «è gravissimo che la compagnia stia provando a regalarsi 2 giorni in più a spese del consumatore, posticipando il rimborso che spetta al viaggiatore da 7 a 9 giorni».




Fonte: La Stampa Economia - 20/09/2017- Luigi Grassia

 

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