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I Totalitarismi europei del Novecento Ma la storia è ancora maestra di vita?

rizzo

"Historia magistra vitae. Era una delle prime frasi che, a scuola in tempi lontani, lontanissimi, pronunciavano i docenti di storia durante la prima lezione dell'anno. Ed erano usi in abbondanti argomentazioni a sostegno di questa frase latina.

Ci si apriva un mondo.

Si prendeva atto che, di norma, le conseguenze di un determinato periodo storico diventavano le cause del periodo successivo.

Ci si raccomandava che nulla era dato per definitivo, accennando ai "corsi e ricorsi" storici di vichiana memoria. E la memoria era lo spazio depositario del nostro passato. Era il luogo mentale che custodiva tutto ciò che poteva servirci affinchè gli errori del passato non condizionassero il nostro presente. Anzi, potevano offrirci scenari virtuosi per costruire un futuro meno approssimativo.

Dopo il Primo conflitto mondiale, 1914-1918, con la sconfitta degli Imperi centrali, Germanico e Austroungarico, si formarono nuove Nazioni. Conseguenze della vittoria e del ridimensionamento dei confini geografici dello spazio degli Imperi.

Durante la Conferenza della pace a Versailles, il 28 giugno 1919, si riconosce il diritto all'indipendenza di Ungheria, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Lettonia, Lituania ed Estonia.

Ma il dopo guerra si trova a dover affrontare problemi, sicuramente non previsti. La riconversione industriale del periodo di guerra in periodo di pace, una profonda crisi economico-finanziaria, una disoccupazione con percentuali altissime, vecchie e nuove povertàche finiranno per creare grandissime tensioni sociali. Per non parlare dei reduci di guerra che vanno ad aumentare i nuovi e i vecchi problemi, non risolti dalla guerra.

Ma anche la carta geo-politica dell'Europa "modificata" provocherà dei conflitti nazionali, in diverse regioni europee.

In Europa, all'inizio del Primo conflitto mondiale si contavano 17 monarchie e solo tre repubbliche: Svizzera, Francia e Portogallo. Nel 1919 troviamo tredici monarchie e tredici repubbliche.

Negli "Anni venti" del 1919, in Europa si registrano parecchi movimenti di "destra" che a seguito di "colpi di stato" si trasformano in "regimi autoritari", per iniziativa o dei militari o dello stesso sovrano. 

 E sono, soprattutto, la crisi economica e la mancanza di certezze che finiranno per creare quel clima di paura per cui non è stato difficile cadere nelle trappole di quanti proponevano "soluzioni facili" e a portata di mano. Il vecchio slogan e, purtroppo, presente , anche nella nostra realtà odierna, di banalizzare la complessità delle situazioni.

Appunto: ieri come oggi.

Tra le due guerre mondiali in Europa si instaurano governi totalitari, antidemocratici e illiberali.

Si chiede Tzvetan Todorov, nel suo "Memoria del male. Tentazione del bene": "Quale eredità ci ha lasciato il XX secolo? Da un lato ha fatto affiorare gli aspetti peggiori dell'essere umano. Ha visto la tragica affermazione del totalitarismo, con le sue due varianti, il nazismo e il comunismo, e gli errori di una democrazia pronta a usare le bombe atomiche contro i propri nemici o a intraprendere 'guerre umanitarie' senza curarsi della contraddizione. Insieme con il male, il XX secolo ha però conosciuto anche il suo opposto. Alcuni individui dal drammatico destino e dall'implacabile lucidità hanno illuminato questa epoca oscura con il loro esempio e i loro scritti: Vassilij Grossman, Margarete Buber-Neuman, David Rousset, Primo Levi o Romain Gary hanno dimostrato che è possibile resistere al male".

E dobbiamo alle idee lungimiranti di questi "uomini del bene" se non abbiamo ancora conosciuto la terza guerra mondiale.

E i tre totalitarismi, sciaguratamente "più importanti" in Europa furono il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e il comunismo nell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche.

Ma cosa avevano in comune questi regimi totalitari.

La negazione della democrazia, l'abbattimento delle istituzioni parlamentari, la repressione violenta delle opposizioni, in particolare quelle di sinistra e una fortissima sublimazione del nazionalismo e del militarismo.

E, il più delle volte, si tratta dell' "uomo solo al potere". Più o meno come quello che oggi, tra un mojto e l'altro lo si reclama nelle pubbliche spiagge.

E sono, soprattutto, la crisi economica e la mancanza di certezze che finiranno per creare quel clima di paura per cui non è stato difficile cadere nelle trappole di quanti proponevano "soluzioni facili" e a portata di mano. Il vecchio slogan e, purtroppo, presente , anche nella nostra realtà odierna, di banalizzare la complessità delle situazioni.

Appunto: ieri come oggi.

Tra le due guerre mondiali in Europa si instaurano governi totalitari, antidemocratici e illiberali.

Si chiede Tzvetan Todorov, nel suo "Memoria del male. Tentazione del bene": "Quale eredità ci ha lasciato il XX secolo? Da un lato ha fatto affiorare gli aspetti peggiori dell'essere umano. Ha visto la tragica affermazione del totalitarismo, con le sue due varianti, il nazismo e il comunismo, e gli errori di una democrazia pronta a usare le bombe atomiche contro i propri nemici o a intraprendere 'guerre umanitarie' senza curarsi della contraddizione. Insieme con il male, il XX secolo ha però conosciuto anche il suo opposto. Alcuni individui dal drammatico destino e dall'implacabile lucidità hanno illuminato questa epoca oscura con il loro esempio e i loro scritti: Vassilij Grossman, Margarete Buber-Neuman, David Rousset, Primo Levi o Romain Gary hanno dimostrato che è possibile resistere al male".

E dobbiamo alle idee lungimiranti di questi "uomini del bene" se non abbiamo ancora conosciuto la terza guerra mondiale.

I tre totalitarismi, sciaguratamente "più importanti" in Europa, furono il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e lo stalinismo nell'Unione delle repubbliche solcialiste  sovietiche.

Ma cosa avevano in comune questi regimi totalitari.

La negazione della democrazia, l'abbattimento delle istituzioni parlamentari, la repressione violenta delle opposizioni, in particolare quelle di sinistra, e una fortissima sublimazione del nazionalismo e del militarismo.

Il più delle volte, si tratta dell' "uomo solo al potere". Più o meno come quello che oggi, che, tra un mojto e l'altro, lo reclama nelle pubbliche spiagge. 

 

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