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Gli avvocati dipendenti? Esistono, eccome!. Caravita: "La grande ipocrisia tra maghi e affaristi"

Ecco, fatto. Il tema della compatibilità tra libera professione forense e lavoro dipendente (rectius, della esatta qualificazione di rapporti formalmente caratterizzati da autonomia ma nei fatti distinti da parecchi dei tradizionali elementi sintomatici la cui ricorrenza, specie se cumulativa, ha da sempre condotto la giurisprudenza di merito è di legittimità a caratterizzare il rapporto come lavoro subordinato) è tornato prepotentemente in auge grazie all´iniziativa di un movimento forense, mobilitazione generale degli avvocati - M.G.A. - che questa settimana, per bocca del presidente Cosimo Matteucci, ha scritto al Ministero del Lavoro denunciando la situazione esistente in molteplici studi legali, all´interno dei quali alcuni avvocati, formalmente esplicanti le proprie funzioni quali professionisti autonomi, opererebbero invece, nella realtà dei fatti, quali lavoratori dipendenti al servizio di un dominus, e per di più sottopagati e privi delle più elementari garanzie del lavoro dipendente.
Di più. Sottoposti, al pari di tantissimi lavoratori dipendenti di moltissime altre categorie, al condizionamento o addirittura al ricatto, a partire dalla possibile perdita di una occupazione sregolata e precaria, ma, di questi tempi, con circa 250000 avvocati a contendersi una piazza sempre più ridotta e con risorse al lumicino, non facilmente rinunciabile.
Il movimento, invero, ha fatto di più. Di fronte al silenzio delle istituzioni forensi, ed anche di parte dello stesso associazionismo, non si è limitato ad una denuncia generica, ma ha anticipato che, permanendo tale silenzio, ed in mancanza di una accelerazione nell´esame e nell´approvazione della proposta di legge formulata in uno con la CGIL, non esiterà nel prossimo futuro a denunciare tutti i casi anomali regione per regione, nel territorio, con nomi e cognomi, chiedendo anche l´intervento delle autorità preposte alla tutela del lavoro, a partire dagli ispettorati. che non è detto che si fermeranno, nei propri accertamenti, sulla base dell´obiezione di principio che il rapporto degli avvocati negli studi legali è retto da una legge, quella professionale.
L´iniziativa, come ovvio, ha provocato plausi ma anche levate di scudi e proteste. si tratta in tutti i casi di segnali rivelatori che il problema esiste, è ben diffuso ed è infine avvertito come rilevante ed attuale.
Adesso, sul tema interviene l´avvocato romano Giuseppe Caravita, che poco fa, nella propria bacheca facebook, ha pubblicato un intervento formidabile che ci piace riportare integralmente:
"Poichè sono un avvocato errante, cioè che erra, vorrete perdonare le cantonate che prenderò.
Sono stato invitato a parlare ad un convegno che si occuperà di previdenza forense: a che titolo, non lo so. Forse per spezzare la apparente monotonia del tema, con i miei raccontini sulla vita degli avvocati. Io di previdenza forense so poco. Però voglio fare un ragionamento e precisare un paio di cose. Divagherò, forse: voi fate finta di niente. Però seguite il mio discorso, e poi mi dite cosa ne pensate.
1) Il Convegno di Catania: io credo che parlare in questo momento dell´avvocato nella Costituzione sia quanto di più inutile possa essere proposto. I temi sul tavolo sono altri, mi dispiace per chi parla di benaltrismo, ma veramente sono altri. La drammatica situazione degli avvocati italiani, questo potrebbe essere un bel titolo. Ma nessuno lo formulerà.
2) l´avvocato monocommittente - l´avvocato dipendente: questo tema provoca le reazioni più impensate. La riflessione più diffusa è: un avvocato non può essere dipendente di nessuno. Giusto. Allora che si chiamassero in un altro modo. Giusto anche questo. Ma non mi venite a dire che non esistono avvocati dipendenti, perchè semplicemente non è vero. Rovesciamo il problema. Si vuole parlare della Costituzione e degli avvocati, ed intanto si consente tutti i giorni che società di capitali si interpongano tra avvocati e assistiti. Come? E´ un gioco semplicissimo: la società di capitali, facendo quella pubblicità che è proibita agli avvocati, raccoglie un mandato a esercitare un determinato diritto, sottoscrive e fa sottoscrivere una clausola premiale in punti percentuali (diciamo il 20/30%), predispone il carteggio, e passa il tutto, per quella fase di contenzioso che non può fare, agli avvocati arruolati per lo scopo, cui fa sottoscrivere preventivi ridicoli.
Stessa cosa succede con banche ed assicurazioni, che addirittura arrivano a pretendere ed ottenere che in caso di vittoria gli onorari vadano ad essi committenti e non agli avvocati.
Non a caso, per la prima volta in settanta anni di Repubblica, nella legge sul giusto compenso si è parlato di clausole vessatorie: ma il vessato, il contraente debole è l´avvocato.
Cosa questa che fa a cazzotti con la giustissima rivendicazione di libertà avanzata da chi ragiona sugli avvocati dipendenti.
Cosa c´entra questo con la previdenza forense? Presto detto. Tutte queste società, maghi, imbonitori, intermediari, avvicinatori di direttori di enti per transazioni eccetera eccetera, non sono avvocati. Già non potrebbero fare quello che fanno, ma addirittura intascano compensi rilevanti, che naturalmente non sono oggetto di contribuzione forense. E fanno lavorare avvocati per quattro soldi,sui quali invece si abbatte la mannaia della previdenza.
Ecco, finito. Questo è il senso del mio discorso. Facciamo una vera revisione degli albi, che nessuno ha mai fatto. Riprendiamoci il nostro lavoro, e impediamo le intermediazioni.
Applichiamo correttamente la legge 247/12, che prevede una espressa riserva a favore degli avvocati. Facciamo gli avvocati di noi stessi, una volta tanto.
Finito, veramente, Forse sono un ingenuo e un sognatore. Ma il mondo della avvocatura lo conosco bene, molto bene. E di quello che ho detto posso dare conto in qualsiasi momento: ma sia ben chiaro che è una realtà che sta sotto gli occhi di tutti. Poi chi vuole gli occhi li chiude, o li tiene aperti.
Giuseppe Caravita di Toritto,
uno di duecentocinquantamila, uno che erra e sa di errare"

 

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