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Giudici di pace, Got e onorari in rivolta: "Precari e sottopagati". In migliaia contro la riforma

Alessandra Dati, avvocato bolognese, viceprocuratore onorario a Forlì: "Proprio un governo di sinistra rischia di mettere in difficoltà più di 5mila famiglie. Il messaggio è: tu da domani ti cerchi qualcos´altro. Stiamo parlando di persone che hanno superato i 50 anni, non è così semplice". 5mila giudici in rivolta contro Governo e riforma.

di RITA BARTOLOMEI*

L´ultima multa gridava vendetta? Il vicino di casa non vi dà tregua e avete deciso che non ne potete più? O magari avete appena ricevuto una cartella pazza? Ecco, se state pensando di fare causa attenti. Potreste trovare chiuso per sciopero. Perché i giudici di pace - il volto umano della legge, un po´ conciliatori un po´ vecchi pretori - sono in guerra. Un´altra volta, la quarta in tre mesi o poco più. Vale anche per i Got e i Vpo, giudici onorari di tribunale e viceprocuratori, sigle meno conosciute ma altrettanto preziose. Nel penale ci assistono per i reati che ci rovinano la vita, furti e truffe intanto.

Sono più di 5.200 i precari della giustizia – 8.300 da organico, fonte Csm – che vanno all´attacco della riforma in tutta Italia. Manifestazione a Roma il 16, sciopero delle udienze dal 20 al 25. Contestano la legge 57 del 2016, nei cassetti del ministro Orlando sono già pronti i decreti attuativi. Sono bastate due indiscrezioni su quel che c´è scritto per accendere la miccia. Una sola udienza a settimana – oggi sono in media 3 ma i Vpo arrivano anche a 4 o 5 – e niente più competenza in materia di lavoro, ad esempio. Quindi: l´attività si riduce del 60% e i soldi anche, perché i magistrati onorari sono pagati a udienza o a provvedimento. Per capirsi: prendi la retribuzione di un magistrato ´professionista´ di prima nomina, dimezzala e avrai il compenso di un giudice onorario.

Sui tempi di lavoro il sottosegretario Cosimo Maria Ferri prova a conciliare: «Questione ancora aperta, la valutazione va rimessa al dirigente dell´ufficio». Poi però mette un paletto: «E´ evidente che il giudice onorario non possa svolgere lo stesso numero d´udienze di un togato».

Di mezzo ci sono anche le prescrizioni della Commissione europea. L´affermazione rimbalza nello studio di Alessandra Dati, avvocato bolognese, viceprocuratore onorario a Forlì e rappresentante Unimo. È appena tornata da una udienza, si processava un ladro. Il peso della giustizia lo vedi nei faldoni impilati sulla scrivania, accanto fogli di appunti fitti scritti a mano, «perché quest´attività assorbe tanto tempo se la si vuol fare in scienza e coscienza. Bisogna studiare le carte prima di andare in udienza, studiarle un´altra volta per redigere le sentenze. Vale per il penale e per il civile».

Da quest´ufficio si capisce bene quella percentuale sempre ripetuta: i Vpo tengono su da soli le udienze del tribunale monocratico, «garantiscono il 90, vorrei dire il 99% del lavoro – chiosa Dati –. Con il limite di una sola udienza a settimana si obbligano i sostituti procuratori a scendere in udienza senza seguire indagini importanti. Così si rallenteranno i processi».

Pensa ai colleghi ma soprattutto ai cittadini: «Negli uffici sarà il caos. Anche a dicembre il Csm con una circolare aveva invitato i presidenti di tribunale a impiegare di più i giudici onorari per deflazionare il contenzioso. Siamo preoccupati». Eppure: c´erano stati contatti, rassicurazioni, impegni presi, non solo a parole ma anche per iscritto.

Punzecchia Dati: «Proprio un governo di sinistra rischia di mettere in difficoltà più di 5mila famiglie. Il messaggio è: tu da domani ti cerchi qualcos´altro. Stiamo parlando di persone che hanno superato i 50 anni, non è così semplice. Professionisti che non hanno mai avuto il riconoscimento di previdenza, malattia, ferie, maternità. Niente. Magari fanno i pendolari con uffici giudiziari a cento chilometri da casa per evitare l´incompatibilità con la professione».

Sul doppio binario Ferri garantisce «massima disponiblità del ministro Orlando a modulare le diverse soluzioni per non tradire le aspettative». Infine fa notare che l´arretrato civile è stato ridotto in modo significativo, da più di 5 milioni a 3,2 milioni di processi, la pendenza penale è calata del 7%, «l´ultimo rapporto Doing Business dà atto di un´inversione di tendenza ed assegna alla qualità del nostro servizio un punteggio superiore alla media dei Paesi sviluppati».
Ma un giudice di pace sbotta: «Per favore, non raccontiamo il paese dei balocchi!».
*pubblicato su Quotidiano.net 7 febbraio

 

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