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Giudici di pace, braccia incrociate dal 17 al 21 aprile

Un nuovo sciopero, quello indetto dai giudici di pace dal 17 al 21 aprile, proprio in concomitanza con lo sciopero dei magistrati onorari deiTribunali. Si tratta del sesto sciopero consecutivo dei giudici di pace e del terzo sciopero unitario dell´intera magistratura dal mese di novembre 2016, quando sono iniziate le azioni di protesta, sfociate nel febbraio scorso in una manifestazione di oltre 1.000 magistrati dinanzi al CSM ed in una formale audizione in Parlamento Europeo.
Il presidente della Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha scritto al ministro della Giustizia Andrea Orlando chiedendo rispetto per la dignità dei giudici di pace, dei magistrati onorari e delle loro famiglie, sollecitando il ministro a trovare entro maggio una soluzione ragionevole alla questione, esclusivamente italiana, della magistratura precaria.
Il Parlamento Europeo, nel rimarcare la piena assimilazione, a differenza di quanto accade negli altri Paesi Europei, dei magistrati di pace ed onorari ai magistrati professionali, per carichi di lavoro, per gli obblighi di impegno, produttività e formazione permanente, per il loro impiego a tempo pieno e continuativo nell´esercizio della giurisdizione, chiede al Governo che "si provveda senza indugio alla stabilizzazione dei magistrati precari ed al riconoscimento dei diritti violati, per i quali la Commissione Europea ha già avviato una procedura di infrazione contestando all´Italia il trattamento economico e previdenziale discriminatorio, l´abuso di rapporti a termine, il mancato riconoscimento di ferie retribuite, dei congedi di maternità e paternità, del trattamento di fine rapporto e della pensione, in violazione di tutte le direttive comunitarie in materia". Secondo i giudici di pace, "malgrado la presa di posizione netta ed univoca dell´Europa, laddove anche il Consiglio d´Europa ha condannato l´Italia per violazione della Carta Sociale Europea a danno dei giudici di pace, il Ministro Andrea Orlando sta portando avanti una riforma che va esattamente nel senso opposto rispetto a quello indicato dall´Europa e mira ad accentuare la precarietà del lavoro di 4.000 magistrati che da 20 anni svolgono la funzione giurisdizionale a tempo pieno ed in via esclusiva, trattando oltre il 60% delle pratiche civili e penali di primo grado".
Fonte: Ildenaro.it


 

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