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Giudice Napoli: "È più volte evaso, quindi niente domiciliari, lo libero subito". Quando la giurisprudenza è creativa.

Storie di ordinaria giustizia. Anzi, alla fine, di ordinaria ingiustizia. Quella che fa a pugni non con il codice, che comunque è applicato in maniera formalmente corretta, ma di sicuro con il comune sentire dei cittadini, che rischia di alimentare sfiducia nei confronti delle istituzioni, e di moltiplicare anche i reati.

Una storia che accade tra Arzano e Napoli, luoghi, rispettivamente, in cui è stato commesso il delitto che ha dato origine al giudizio, e in cui è stata amministrata giustizia.

Tre i protagonisti: un ladro giovane ma di discreta esperienza che per l´ennesima volta, non pago delle precedenti imprese, a seguito delle quali era stato arrestato, condannato, rinchiuso e poi ripetutamente evaso, non se l´era sentita di desistere dal proprio mestiere, tentando così di rubare l´ennesima auto; un pubblico ministero, che, dovendo richiedere al giudice, subito dopo l´arresto in flagranza del giovane, l´applicazione di misure restrittive, pur ritenendo in suo capo il pericolo di reiterazione del reato, aveva ritenuto misura appropriata alla specie quella degli arresti domiciliari; ed infine un giudice, che ha chiuso il cerchio con il suo provvedimento: quello di liberazione dell´indagato.

Il giudice monocratico del tribunale di Napoli nord ne ha infatti deciso la scarcerazione «Ritenuto che sussistono gravi indizi di colpevolezza e che esiste il pericolo di reiterazione del reato, inoltre la misura degli arresti domiciliari non appare efficace perché il (...omissis) è gravato da precedenti penali in materia di evasione, il giudice rigetta la misura degli arresti domiciliari e dispone la liberazione dell´imputato».

Da questo momento in poi, lo sappiano gli avvocati, ma lo sappiano soprattutto i ladri di professione, il possedere e poter documentare nel proprio curriculum vita esperienze, meglio se seriali, di evasione dalle patrie galere, può costituire un grimaldello, ci pare questo il termine più esatto, per poter essere liberati nel caso si sia così sfortunati da essere presi dopo un nuovo colpo, dal giudice, qualora il PM o metta di richiedere una misura maggiormente afflittiva rispetto a quella dei domiciliari.

Si, perché in definitiva, questo è stato un esito maturato in concerto. Concerto a tre, e quanto ai due operatori di giustizia, nessuno, ovviamente, si riterrà responsabile di aver rimesso in libertà quel ragazzo, ladro seriale, codice alla mano. Tantomeno il giudice che ha emesso il provvedimento che alleghiamo in copia, pubblicato dal Mattino di Napoli, che dirà - ove mai qualcuno dovesse chiedergliene ragione - della sua impossibilità a disporre, ai sensi del codice di procedura penale, una misura cautelare maggiormente afflittiva rispetto a quella, appunto gli arresti domiciliari, richiestagli dal pubblico ministero. Ed avrebbe ragione, codice alla mano. Signori, il caso è chiuso.

 

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