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Giro di vite sui datori di lavoro che procedono all'assunzione di stranieri che sanno essere sul territorio italiano senza un regolare permesso di soggiorno, e che, in disparte tutte le altre sanzioni, da questo momento saranno obbligati a farsi carico delle ingenti spese, aumentate del 30% rispetto al passato, in quanto comprendenti i servizi di scorta e di accompagnamento alla frontiera, necessarie per il loro rimpatrio, è pari ad euro 1398.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 39 del 15 febbraio 2019 è stato pubblicato il Decreto n. 151 del 22 dicembre 2018 del Ministero dell'Interno, di concerto con il Ministro della Giustizia ed i Ministri dell'Economia e delle Finanze e del Lavoro che, in attuazione della direttiva 2009/52/CE, ha ritenuto di introdurre norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impegnano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
"Il costo medio del rimpatrio di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109, avuto riguardo all'anno in cui e' pronunciata la sentenza di condanna" - recita infatti l'art. 1 - "è dato dalla media nel triennio che precede l'anno anteriore a quello cui il costo medio si riferisce dei valori risultanti dal rapporto tra il totale degli oneri sostenuti annualmente per il rimpatrio dei cittadini stranieri e il numero complessivo dei rimpatri eseguiti nel medesimo anno. Il costo medio del rimpatrio e' aumentato nella misura del 30% in ragione all'incidenza degli oneri economici connessi ai servizi di accompagnamento e scorta, con arrotondamento dell'unita' di euro, per eccesso o per difetto, a seconda che le cifre decimali del calcolo siano superiori o inferiori a 50. 2. Al costo medio del rimpatrio, calcolato secondo i criteri di cui al comma 1, si applica la variazione media, relativa all'anno precedente, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi, elaborata dall'Istituto nazionale di statistica".
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