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Filippo Falcone, “Storie minime” Racconti di paese.

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 Filippo Falcone, con questa sua nuova pubblicazione, "Storie minime. Racconti di paese", Lussografica Caltanissetta, 2021, si cimenta con la narrativa per la seconda volta.

Dopo la pubblicazione di "Sotto un implacabile cielo", 2016, dove raccontava le vicissitudini dei giovani della sua generazione, nati tra gli Anni '80 e 90 del secolo scorso. Falcone è nato nel 1969.

Ma faremmo un torto a questo giovane scrittore se non accennassimo allo studioso di storia, alla sua presenza attiva, alle sue collaborazioni sia con l'Università di Palermo sia con il prestigioso Istituto Gramsci Siciliano, sia in altri autorevoli Istituti storici e culturali.

Ha al suo attivo opere importanti sulla storia siciliana, con autorevoli prefazioni.

Sono i suoi studi e le sue pubblicazioni precedenti che creano una curiosità nel leggere questo testo di narrativa.

Ma alla fine si scopre che un file, nemmeno tanto sottile, ha fatto da traccia nell'elaborazione di questi racconti paesani che per la loro singolarità, per l'ambiente dove sono maturate e si sono tramandate, per le curiosità che hanno suscitato, per i risvolti, a volte drammatici a volte enigmatici, hanno il sapore della presenza anche in altri contesti della nostra Sicilia e di tante altre regioni italiane.

E lo dichiara lo stesso Autore nella sua prefazione: "Ho avuto la fortuna, quando internet non era ancora arrivato, di crescere in un ambiente ristretto quale quello di un piccolo paese dell'entroterra siciliano, pieno però di stimoli culturali e umani. Qui tra gli anni Settanta e Ottanta iniziai a frequentare, al seguito del mio nonno materno, posti come la sezione del Pci, la Camera del lavoro, e, soprattutto, i caffè della piazza. In quei luoghi, allora pieni di vita, ricordo di aver sentito tante storie, che da allora mi sono rimaste come scolpite dentro. La mia prima formazione, posso dire, l'ho acquisita proprio in quegli anni e in quei luoghi.

Poi, col passare del tempo, a quei racconti non ho più pensato, fino a quando, ad un certo momento, ho compreso l'importanza della Memoria e ho capito che quelle vicende, quelle atmosfere, seppur marginali, non andavano lasciate solo nella mia mente, destinate, prima o poi, all'oblìo, ma andavano recuperate e raccontate".

Ecco ed è l'importanza di salvaguardare la "Memoria" il filo conduttore che unisce lo storico allo scrittore di narrativa.

Il libro contiene 34 racconti che narrano, anche, fatti ed eventi storici che hanno infiammato gli animi dei siciliani verso la fine del 1800, come i "Fasci Siciliani", di cui ci siamo occupati in altre note. Avvenimenti che crearono grandi speranze nei braccianti e nei contadini di tutta la Sicilia. 

Il primo racconto, "Un giallo di altri tempi", ci descrive una situazione di come erano composte le famiglie nei piccoli comuni, la provenienza della povera gente, attratta da un lavoro "sicuro" nei campi. E delle famiglie benestanti che, arrivate da ogni dove, e composte da numerosi figli piano piano occupavano i posti di comando nella nuova terra.

Siamo nel 1820 a Sommatino, dove una delle famiglie più in vista era: "La famiglia Terranova era allora una delle famiglie più influenti del paese. Il potere gli derivava da un antico radicamento nel territorio con il capostipite Filippo che, già alla fine del Seicento, era stato Giurato delle 'terre di Sommatino', e poi via via con il reverendo Paolo vicario foraneo agli inizi del Settecento e con altri componenti che erano stati esattori, medici farmacisti e possidenti terrieri".

Ebbene nel mese di ottobre del 1820, l'arciprete di Sommatino, don Filippo Vaccaro, viene ucciso, creando grande sconcerto nella popolazione.

Cosa era successo. La moglie di Paolo Terranova, rampollo della potente famiglia di cui abbiamo detto sopra, era stata redarguita pubblicamente durante la messa per il suo modo di vestire con un abbigliamento che metteva in evidenza il suo corpo molto avvenente e che non era consono alla chiesa.

La donna tornata a casa racconta tutto al marito che promette di vendicare l'offesa. E così' fece.

Paolo Terranova fu costretto a fuggire e, nonostante avesse fatto diverse richiesta per poter rientrare in Sicilia, ci riuscì solo dopo quarant'anni e dopo che fu realizzata l'Unità d'Italia.

Una grande risorsa economica di Sommatino è stata la miniera di zolfo Trabia Tallarita, che ha dato lavoro a molte persone.

Questa miniera, il 10 e 11 maggio 1924, fu visitata da Benito Mussolini che approfittò dell'occasione per ringraziare i cittadini che l'avevano votarono durante le elezioni del 1924, elezioni dove era presente il famoso "Listone" che ha portato il Partito fascista, all'occupazione del potere.

E fu proprio questa miniera che il 20 agosto 1957, per uno scoppio di "grisù" causò la morte di tredici zolfatari e altri gravemente feriti.

Ma le figure dei racconti del paese sono tantissime e tutte interessanti.

E, non è un caso, che nella galleria di questi straordinari personaggi, leggendo questo libro, siamo portati a riscontrare figure conosciute, e care, della nostra infanzia.

 

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