"Uno strumento (per combattere la criminalità organizzata NdR) potrebbe essere - secondo Morra - l'istituzione di un 'bollino blu' per gli iscritti ai vari ordini professionali.
Penso - spiega - ad una sorta di controllo di filiera etica che possa rappresentare una certificazione di moralità".
Sono le dichiarazioni rilasciate all'ANSA dal neo Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra (Cinque Stelle).
Le leggo e rileggo almeno cinque, dieci volte di seguito.
Poi vado a vedere chi sia questo Senatore di 55 anni in quota ai Pentastellati.
Un professore di storia e filosofia. Bene.
Neanche un illetterato tout court ma una persona di cui si presume una certa cultura, almeno un'istruzione superiore.
I nostri Ordini professionali sorvegliano gli avvocati.
Esiste un codice deontologico e la potestà disciplinare viene esercitata dai Consigli distrettuali di disciplina.
Non abbiamo bisogno di bollini Ciquita né tantomeno della istituzione di una filiera etica dal sapore vagamente hitleriano o similfattoria degli animali.
Bastava aprire internet e digitare su Google una ricerca basica, ai limiti della scuola dell'obbligo.
No, invece no.
Perchè noi avvocati dovremmo essere perfino inclusi all'interno di una filiera etica è una domanda a cui non so trovare risposta.
Comunque la formuli e riformuli – per quanto cambi gli addendi - il risultato non si sposta di una virgola.
Una stronzata paurosa.
Non è umanamente corretto sopportare sciocchezze simili.
Pronunciate durante una conversazione con l'ANSA, mica in salotto con la moglie mentre si sorbisce un bicchierino di sherry.
No, per l'amore di Dio, bisogna dirlo ad una delle Agenzie più importanti in Italia, così, in souplesse, senza una remora, come se fosse normale.
Fossi stato il giornalista dell'ANSA mi sarei alzato e me ne sarei andato.
E' una cosa vergognosa, è un'insolenza al Corpus Iuris di Giustiniano, è un'offesa mortale agli ordini degli Avvocati di tutta Italia.
Pensavo che con Renzi avessimo toccato il fondo. No, al peggio non c'è mai fine.
Non possiamo dimenticare il Ministro Buonafede e le sue intemperanze verbali contro gli avvocati.
La sua totale ignoranza dei meccanismi penalistici che sovrintendono la prescrizione.
Non possiamo dimenticare l'asservimento totale di questo partito – i Cinque Stelle – alle istruzioni di Pier Camillo Davigo e i suoi discorsi sul fatto che l'impugnazione, l'atto di appello sia una eccezione ad un sistema imperniato sulla funzione pressochè sanzionatoria del processo di primo grado.
Non si può dimenticare il fatto che questo Governo usi dell'incompetenza come dell'approccio principe e privilegiato ai problemi.
Per costoro l'importante – la cosa fondamentale – è lanciare proclami.
La distinzione tra l'immaginazione al potere e la volgare realtà non ha importanza.
Così, noi avvocati, con tutto quello che siamo abituati a sopportare (clienti non paganti, magistrati maleducati e neghittosi, tempi diuturni e sfibranti dei processi, colleghi scorretti) oggi dovremmo anche farci mettere un bolino blu in faccia, sulla giacca, sulla toga, sulle nostre borse da avvocati, sul culo, dove ?
Dove cazzo volete che ci mettiamo un bollino blu, santo Dio ? Dove ?
Ma è possibile che tutta l'Avvocatura italiana debba sopportare in continuazione affronti così pesanti e non faccia nulla di concreto ?
In Francia i gilet gialli (jaune) stanno paralizzando uno come Macron, una specie di simil Renzi con la stessa arroganza intellettuale ma un potere molto superiore (può far deflagrare la bomba atomica, questo signorino saputello).
Altrochè dimissioni.
Il Presidente della Commissione Antimafia, una delle più delicate e gravose di tutta l'Italia, dovrebbe andarsene via dall'Italia, magari in un paese caldo a vendere banane, mango, arance con il bollino.
Troppo banale ?
E noi allora, non siamo banali, che prendiamo schiaffi in continuazione e per tutta reazione ci asteniamo ogni tanto e basta ?
Noi dobbiamo sostituirci alla politica per ciò che attiene all'avvocatura e paralizzare l'Italia, almeno una volta nella nostra vita.
Almeno una.
Così ci accorgeremmo – almeno una volta – di avere vissuto da avvocati, pericolosamente, rischiando, lottando, soffrendo ma soprattutto con il coraggio a muso duro di vivere come si deve e come ci sentiamo.
La parte più disdicevole di tutto questo discorso resta tuttavia il potere politico.
A questo ci siamo ridotti.
Come dice Filippo Ceccarelli nel suo libro Invano (Feltrinelli), dopo Craxi e Andreotti (De Mita era stato definito da Gianni Agnelli un intellettuale della Magna Grecia, oggi lo possiamo considerare uno con la statura di Henry Kissinger) ci siamo ridotti a Questi qui.
Peggio non si può.
Credetemi.