Una storia fantozziana, quella raccontata da La nuova Sassari.
Una automobilista fermata, chiama il proprio avvocato, che arriva da una festa ed è sottoposto subito all´etilometro.
Lui protesta: «Scusate, sono arrivato a piedi, che bisogno c´è di fare l´alcoltest».
Il motivo glielo spiega il maresciallo: «Avvocato, lei è arrivato in macchina, quella laggiù».
Dall´etilometro escono risultati sconfortanti, quasi il triplo del consentito. Altro verbale e un´altra patente prende il volo.
Della serie, alcune volte è meglio rinunciare ad una difesa.
L´ultimo drink con le amiche al termine di una serata piacevole trascorsa su una terrazza con vista mare. Ma è ora di tornare a casa. Sono quasi le tre di notte. La donna saluta, sale sulla sua auto e va verso casa, nella periferia di Alghero.
Neanche percorsi 100 metri e trova un posto di blocco, una pattuglia dei carabinieri, con il maresciallo e l´appuntato.
Un controllo di routine, uno dei tanti di una calda notte di festa dove in tanti si divertono e altri sono di servizio. «Patente e libretto».
La signora mentre recupera i documenti farfuglia qualcosa, non
appare proprio lucidissima. Con cortesia i militari, che hanno già capito tutto, le chiedono di sottoporsi all´alcoltest. «Soffi qua dentro».
Il risultato è disastroso.
La donna viene invitata a scendere dall´auto e, alcoltest a parte, non sembra proprio molto ferma sulle gambe.
Con pazienza e comprensione gli uomini della pattuglia le chiedono di chiamare qualcuno. Un familiare o un amico per recuperare l´auto e accompagnarla a casa, perché lei non potrà guidare. E anche per un bel po´. Infatti, nel frattempo è già a verbale il ritiro della patente.
Ma alla donna questo non va giù. Anzi, infastidita, dice ai carabinieri: «Chiamo il mio avvocato». «Faccia pure», le rispondono i militari.
La chiamata, a dire il vero, si rivela piuttosto laboriosa perché nel comporre i numeri sul telefonino la donna ha qualche inciampo. Ma alla fine riesce nell´impresa.
Trascorre ancora qualche decina di minuti, siamo intorno alle 4 del mattino, quando improvvisamente la donna vede il suo avvocato che parcheggia l´auto a circa 200 di metri dal posto di blocco. «Finalmente – dice rassicurata dalla vista del suo legale – ma non capisco perché ha lasciato la sua auto così distante». Maresciallo e appuntato si guardano, neanche una parola.
Il legale arriva da una festa con amici a cui la donna l´ha strappato, e ad accoglierlo c´è l´etilometro che gli porge uno dei due carabinieri. Lui protesta: «Scusate, sono arrivato a piedi, che bisogno c´è di fare l´alcoltest».
Il motivo glielo spiega, sempre con tanta pazienza, il maresciallo: «Avvocato, lei è arrivato in macchina, quella laggiù».
Dall´etilometro escono risultati sconfortanti, quasi il triplo del consentito. Altro verbale e un´altra patente prende il volo.
Ora la cliente e il suo legale sono tutti e due a piedi. Dovranno chiamare qualcuno che venga a prenderli e recuperare loro e le due auto.
Il timore di una figuraccia su larga scala si fa sentire. Ed ecco che spunta la vecchia saggezza degli uomini dell´arma: i militari della Benemerita suggeriscono alla coppia di cercare qualcuno che non sia reduce da una festa.
Meglio svegliare, certamente creando un disturbo, un parente o un amico che sta dormendo e quindi è in grado di fornire maggiori garanzie di sobrietà.
E così evitare all´alba di Ferragosto di fare il pieno di patenti ritirate.
Fonte: La Nuova Sassari, 17/8/2017