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"Abbiamo un ministro dell'interno che fa il bullo con un ragazzino di 13 anni. Definirlo "ministro della mala vita" forse va al di là delle sue capacità. È semplicemente un BIMBOMINKIA".
Così, con queste parole, il popolare regista ed attore PIF, protagonista di numerosissime battaglie per la legalità e per i diritti dei più deboli, che ha sempre sostenuto senza guardare in faccia nessuno - l'ultima, clamorosa, come molti ricorderanno, la battaglia condotta in Sicilia contro il governo regionale guidato da Rosario crocetta, esponente del centro-Sinistra, per difendere i diritti dei portatori di handicap - a bollato Matteo Salvini, ministro per l'interno, che ieri l'altro, a Cernobbio, aveva ritenuto opportuno prendersela con un ragazzino di 13 anni, nato in Italia ma di origini egiziane, considerato uno degli eroi che, con il proprio coraggio, a concorso ad impedire la strage nel bus, Rami.
Ragazzino reo, secondo il ministro, di avere auspicato il varo di una legge sullo ius soli. Non io solo, aveva detto Rami, merito la cittadinanza italiana, ma tutti i miei coetanei che sono nati in Italia, perfettamente integrati in questo paese e che non devono essere discriminati rispetto ai propri coetanei. Parole che non sono piaciute al ministro, che, con tono caustico, ha sfottuto il ragazzino dicendogli per interposta persona che per ottenere tali risultati avrebbe dovuto candidarsi al parlamento, farsi eleggere e poter così consentire il varo di una legge.
Da qui la reprimenda di Pif, che non riguarda tanto il merito della questione ma il fatto che un parlamentare di lungo corso possa permettersi di fare il bullo con un tredicenne.
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