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Esami avvocato in Puglia, copia incolla di massa, da 2 a 4 mesi di reclusione per 14, parola ai Coa

La condanna è arrivata ieri sera, al termine di un procedimento ai limiti dell´incredibile. A mettere la parola fine ad una triste e certamente umiliante vicenda che ha riguardato oltre 100 aspiranti avvocati è stata la presidente della seconda sezione penale del Tribunale di lecce, Silvia Saracino, che per 14 degli imputati ha emesso una sentenza di condanna ad una pena della reclusione oscillante tra i due e i quattro mesi disponendo, al tempo stesso, per tutti meno uno, la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna.
Tuttavia, non sono mancate le assoluzioni, che hanno riguardato ben 8 imputati, assolti con la formula ad essi più favorevole «perché il fatto non sussiste».
Il giudice monocratico non ha usato certamente i guanti di velluto, e ha fatto bene. La sentenza di condanna, infatti, ha superato perfino le richieste della pubblica accusa, dato che il Pubblico Ministero Donatina Buffelli, si era limitata a chiedere una condanna, appena leggermente più ridotte per solo 10 degli imputati. Quanto alla motivazione della sentenza, sarà depositata entro il termine di 90 giorni.
Le ragioni per cui gli imputati erano finiti alla sbarra sono presto dette. I fatti risalgono al 2012, quando tutti costoro sostennero l´esame di abilitazione alla professione forense. Gli scritti avrebbero dovuto essere esaminati, secondo il consueto sistema degli abbinamenti tra le corti d´appello, dalla commissione di Catania. Commissione che al momento della correzione dei compiti, trasalì quando si accorse che oltre 100 elaborati erano praticamente identici.
Un copia incolla generalizzato che faceva ritenere che in quell´aula nella quale si erano svolti gli esami era accaduto veramente di tutto.
Da qui la segnalazione e l´inchiesta, avviata dal ex procuratore capo della Repubblica Cataldo Motta, il quale formulò l´ipotesi di reato, previsto per «chiunque, in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l´abilitazione all´insegnamento e all´esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri» e punito con una pena oscillante dai tre mesi a un anno.
Si è detto oltre 100 candidati, e in effetti le posizioni incriminate erano in tutto 103 tra i distretti di Lecce, Brindisi e Taranto. Tra questi, in 89 decisero di optare per la messa alla prova, sei mesi passati a porre in essere lavori di pubblica utilità nei servizi sociali e nelle amministrazioni pubbliche
Gli imputati per i quali è stata emessa una sentenza di condanna saranno costretti a sobbarcarsi anche il pagamento delle spese processuali alle quali sono stati condannati. Ma l´incognita più rilevante è un´altra. Alcuni di essi, infatti, esercitano da anni la professione forense. Potranno continuare ad esercitare la professione forense nonostante una condanna penale, forse di primo grado, abbia accertato che quella abilitazione sia stata conseguita con mezzi fraudolenti, oppure la condanna potrebbe aprire la strada ad un procedimento di sospensione cautelare da parte degli organi di disciplina?
Certamente, la presunzione di innocenza è la stella polare e non può che rappresentare una garanzia per tutti, comuni cittadini ed anche avvocati, ma qui, soprattutto in considerazione della peculiarità della fattispecie, non è affatto detto che i Coa interessati non intervengano a segnalare i fatti e a richiedere la formale apertura di un procedimento disciplinare, ed è pertanto ad essi che passa la palla. In ogni caso, non si tratta di un episodio particolarmente edificante per l´avvocatura italiana, tanto più che apare del tutto incredibile come sia stato possibile che un´intera commissione, presente al momento della prova scritta, abbia potuto non accorgersi che buona parte dei presenti in quella aula erano intenti a copiare!

 

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