ENRICO, SE TU CI FOSSI ANCORA

 Voglio dedicare alcune righe ad Enrico Berlinguer.. Penso sia giusto, perchè era un uomo buono e un politico onesto e aveva talmente tanto a cuore la sorte dei poveri, da scegliere di diventare povero, da ricco che era, lui stesso. Niente lussi, una vita austera. Stesso cappotto e stesso cappello. Eppure, Enrico Berlinguer - figlio di una famiglia sarda nobile, ricca e potente - avrebbe potuto vivere tra gli agi.

 Enrico era il segretario del PCI, e quella sera, 7 giugno 1984, si trovava a Padova. Le immagini del suo ultimo comizio sono insieme bellissime e strazianti, chi non avesse mai visto quel video può farlo, lo riporto qui. Enrico è quasi alla fine, non ce la fa più, è terreo in viso. Basta, smetti, gli bisbigliano, poi glielo gridano. "Compagne e compagni, andate casa per casa..." la voce tremante, gli occhi che lacrimano "...Strada per strada, azienda per azienda". Queste le sue ultime parole. Poi un ultimo, dolcissimo, sorriso. Fu il congedo dal suo popolo. Enrico morì 4 giorni dopo, l'11 giugno. Sandro Pertini andò a prenderlo con l'aereo presidenziale: "Lo porto con me" disse quasi piangendo "Come un amico fraterno, come un figlio, un compagno di lotta".

 Giorgio Almirante, il suo più fiero avversario, si recò a piedi alla camera ardente, nella sede del PCI di Botteghe Oscure. "Vengo per rendergli onore" disse ai compagni della vigilanza "è mio dovere". "Si accomodi e grazie", gli fece Giancarlo Pajetta. Furono in due milioni al funerale di Enrico, uno tra i leader più amati, un esempio che chiunque si occupi di politica dovrebbe, almeno in minima parte, per approssimazione, saper raccogliere.