Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Educare alla cittadinanza, la 'sensibilità' non basta, e noi docenti siamo certi di conoscere per filo e per segno la Costituzione?

Screenshot_20181020-173436_Google
L'educazione alla cittadinanza è inclusa nei curricoli nazionali di tutti i Paesi europei e viene impartita in tre modi diversi: come materia a sé stante (in circa la metà dei Paesi, con durata notevolmente variabile: dai 12 anni della Francia al singolo anno della Bulgaria), come parte di un'altra materia o area tematica (di solito, scienze sociali, storia, geografia, lingue e religione/etica), oppure sotto forma di tematica trasversale, che coinvolge tutti gli insegnanti (Irlanda, Galles, Scozia, Croazia e Italia).
L'importanza dell'educazione alla cittadinanza è stata più volte sottolineata anche nel nostro Paese e dall'amplissima consultazione promossa dal MIUR in occasione della discussione della legge 107/2015 è emerso che proprio l'educazione alla cittadinanza è la competenza maggiormente richiesta dall'opinione pubblica.
Nel comma 7 della legge 107/2015, tra gli obiettivi formativi prioritari si indicano: "sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri"; "sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali". Seppur importanti, non sono bastate tuttavia tali indicazioni normative per interrompere la serie di fallimenti registrati nella lunga storia di inserimento di quest'area tematica nei curricola delle nostre scuole. L'ampio tema dell'educazione (alla cittadinanza, alla convivenza civile, alla salute, all'affettività, ecc.) –infatti- trova spazio nelle indicazioni nazionali, ma non sempre nell'organizzazione scolastica, non fruendo né di un monte ore esplicitamente dedicato, né di un docente responsabile. Oggi l'insegnamento dell'Educazione Civica, anche sotto il nome di Cittadinanza e Costituzione, è subordinato al grado di sensibilità dei singoli docenti o dei dirigenti, alla disponibilità di tempo o al temporaneo svolgimento di un progetto di legalità, in occasione di ricorrenze storiche, di delitti efferati o delle stragi di mafia. Le indagini statistiche hanno evidenziato un quadro impietoso: il 68% degli studenti non conosce la distinzione di compiti e ruoli tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, e tale non conoscenza è dovuta anche al fatto che non hanno letto e studiato la Costituzione italiana, perché nessuno gliel'ha insegnato. A rilanciare il tema ora sono i sindaci. Una proposta di legge, di iniziativa popolare, arriva infatti dall'Anci (Associazione nazionale dei Comuni d'Italia) che ha avviato una campagna di promozione finalizzata alla raccolta di firme anche attraverso banchetti e gazebo allestiti, in date stabilite di volta in volta dalle amministrazioni locali, nelle piazze delle città, grandi e piccole, che decidono di aderire. Ai cittadini viene distribuito materiale informativo sul testo del progetto di legge che una delegazione di amministratori locali ha depositato in Corte di Cassazione lo scorso 14 giugno, come previsto dall'articolo 71 della Carta costituzionale (Il testo completo e i materiali possono essere visionati sul sito www.anci.it). Per raggiungere le 50mila firme necessarie a trasmettere il testo al Parlamento, chiamato a discuterlo ed eventualmente approvarlo, c'è tempo fino al 5 gennaio. L'obiettivo della proposta legislativa (33 ore l'anno di lezione in ogni scuola, con docenti appositamente preparati) è formare una coscienza civica che conduca a una maggiore consapevolezza, e al rispetto del bene comune puntando sull'educazione dei giovani alla legalità, all'ambiente, all'alimentazione e al digitale. La proposta di legge sostenuta dall'ANCI e dalle amministrazioni comunali di molte città italiane, è tesa al recupero di una dimensione educativa che formi i giovani cittadini ai principi che consentono uno sviluppo civile della società italiana.

Maria Di Benedetto, insegnante ​e vicaria - CD Portella delle Ginestre di Vittoria (RG)

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

"Ragazze, la bellezza non è una taglia 38 e una qu...
Il cielo stellato sopra di me e la legge morale de...

Cerca nel sito