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E’ onere dell'avvocato sollecitare il cliente al fine di ottenere la consegna di tutta la documentazione necessaria per la predisposizione del ricorso.

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E' quanto affermato dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione nell'ordinanza n. 15271/2023, all'esito di un procedimento per responsabilità professionale instaurato da un cliente nei confronti dell'ex difensore.

A far scaturire la pretesa risarcitoria nei confronti del legale era stato il rigetto di una domanda di reintegra nel posto di lavoro - proposta ex art. 700 c.p.c. – per assenza di presupposti d'urgenza e mancata illustrazione del periculum in mora. 

La domanda veniva rigettata da entrambi i giudici del merito, dal momento che, a fronte dei rilievi effettuati dalla parte convenuta, che, nel costituirsi in giudizio, aveva allegato di aver ricevuto in ritardo la documentazione necessaria per inoltrare il ricorso, la parte attrice non aveva invece fornito la prova di aver tempestivamente consegnato al legale tutta la documentazione necessaria a provare l'esistenza di tutti i presupposti d'urgenza.

Secondo la Cassazione, invece, far gravare sul cliente l'onere di provare di aver consegnato tempestivamente la documentazione necessaria per la presentazione del ricorso contrasterebbe con la natura contrattualedella prestazione professionale del legale, natura che gli imporrebbe, tra le altre cose, di dimostrare di aver adempiuto diligentemente all'incarico conferitogli con il mandato. 

L'onere della prova di aver tenuto una condotta adeguata al contenuto della propria responsabilità professionale, continua la corte, non può che incombere sul legale stesso, dal momento che l'obbligo di diligenza che costui deve osservare ai sensi del combinato disposto di cui gli i artt. 1176, comma 2, e 2236 c.c. impone all'avvocato di assolvere, sia all'atto del conferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo l'avvocato tenuto a rappresentare a quest'ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; di sconsigliarlo dall'intraprendere o proseguire un giudizio dall'esito probabilmente sfavorevole.

Sulla scorta di tali principi, la corte ha concluso affermando anzitutto che grava sull'avvocato l'onere di sollecitare il cliente al fine di ottenere tutta la documentazione necessaria per la predisposizione del ricorso ed in secondo luogo che l'onere della prova di aver tenuto una condotta adeguata al contenuto della propria responsabilità professionale non può che gravare sul legale stesso e non anche essere posto a carico del cliente. 

 

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