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Dormire sul posto di lavoro? Giudice Lecco: "Nessun reato, non integra truffa"

Dormire sul posto di lavoro non è reato. A stabilirlo una sentenza del Tribunale di Lecco che ha assolto, perché il fatto non sussiste, un netturbino del Comune di Cernusco Lombardone accusato di truffa aggravata all´amministrazione. Nel mirino l´attività di uno spazzino che, dopo aver timbrato il cartellino, ed aver assolto solo in parte le sue mansioni, trascorreva il resto del tempo a bordo del furgoncino parcheggiato nella piazzola ecologica del paese o nello sgabuzzino della scuola dove in realtà doveva semplicemente cambiarsi gli indumenti. A fare scattare la denuncia il sindaco di Cernusco Giovanna De Capitani. Per una decina di giorni i carabinieri hanno seguito con servizi di appostamento e militari in borghese, il 55enne durante l´orario di lavoro, dalle 7.30 alle 13.30, dal lunedì al sabato.
Dopo avere svuotato i cestini l´uomo raggiungeva l´area ecologica dove trascorreva gran parte della mattinata sul mezzo di servizio con gli auricolari del cellulare alle orecchie, impegnato in concitate conversazioni, come testimoniato dagli uomini dell´Arma che lo vedevano gesticolare, oppure all´apparenza appisolato sotto le frasche. Poi faceva rientro nella scuola dove aveva il deposito del mezzo e qui passava altro tempo nello spogliatoio, dove i militari in un´occasione, dovendo notificare un atto, lo hanno trovato chiuso a chiave dall´interno sempre intento a parlare al telefono. «La condotta decettiva (ingannevole, ndr) presupposto indispensabile del reato, risulta mancante. L´imputato infatti è rimasto inadempiente ai suoi obblighi contrattuali con il Comune di Cernusco Lombardone, astenendosi dal provvedere alla pulizia delle aree comunali e limitandosi soltanto a svuotare i cestini dei rifiuti e a scaricare il furgone nell´area ecologica. Rimaneva però sul posto di lavoro a disposizione del datore, che poteva agevolmente rintracciarlo e controllarlo», scrive il giudice. «Stiamo valutando il ricorso in Appello», commenta il legale dell´amministrazione Valentina Sgroi. «Il mio assistito non ha mai timbrato il cartellino per poi allontanarsi dal posto di lavoro. L´inoperosità è un´altra cosa, è disciplinata dal codice civile e infatti all´epoca dei fatti contestati era stato sospeso per una decina di giorni», spiega il difensore del netturbino Caterina Busellu. Da parte sua lo stradino ha sempre rigettato le accuse spiegando di fermarsi nell´area ecologica per sorprendere chi abbandonava abusivamente i rifiuti.


Fonte: Corriere.itCorriere 12/10/2017

 

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