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In molti ci speravano ancora. Speravano di ribaltare quella sentenza del Consiglio di Stato che aveva dato loro torto, azzerando anni ed anni di aspettative. E per questo avevano deciso di presentare ricorso alla Corte di cassazione. Ma adesso la doccia fredda. Le Sezioni Unite civili della Siprema Corte hanno infatti respinto il ricorso collettivo proposto da centinaia di maestri diplomati e per l'effetto hanno confermato la sentenza che li aveva esclusi, proprio alla fine del 2017, dalla graduatorie a esaurimento per le scuole materne ed elementari. O, per meglio dire, aveva escluso quelli, al loro interno che, in possesso del solo diploma magistrale, avevano pure ho messo di partecipare alle sessioni di abilitazione o ai concorsi.
Una decisione, come ricostruisce l'agenzia di stampa ansa, che per prima ha dato una notizia che comunque siamo in grado di confermare pienamente, sofferta e per nulla pacifica, in termini di diritto considerate anche le molte voci dissonanti che avevano per mesi alimentato il dibattito tra i giuristi, che all'epoca aveva gettato nello sconforto migliaia di persone inserite nelle graduatorie per l'immissione in ruolo nella scuola.
In attesa di disporre della copia della sentenza in modo da poterla autonomamente commentare, non possiamo che rifarci alla ricostruzione dell'ansa. I ricorrenti, una trentina, tutti diplomati magistrali, contestavano che il Consiglio di Stato avesse ecceduto nei suoi poteri togliendo valore abilitante al diploma magistrale e denunciando una lesione dei diritti fondamentali, visto che avevano lavorato nella scuola per oltre un ventennio e non erano stati tutelati dai giudici "contro l'arbitrio della Pubblica amministrazione". Motivi ritenuti inammissibili dalla Suprema Corte: la decisione "rimane entro l'ambito di interpretazione e ricostruzione di una complessa normativa".
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