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Decreto Sicurezza, scontro tra Chiesa e Governo. Montenegro, "egoismo, non sicurezza", Ciotti, "tradimento Costituzione"

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Inutile girarci sopra, è grande freddo tra il Governo italiano, la Chiesa italiana e la stessa Santa Sede. Fin quando si è potuto, la Conferenza Episcopale Italiana ha optato per un atteggiamento morbido, lanciando dei messaggi a palazzo Chigi. Ma l'approvazione del decreto Sicurezza ha segnato lo spartiacque tra i rappresentanti del governo e quelli del mondo cattolico, che considerano alcune parti del testo legislativo come apertamente contrario non solo al messaggio evangelico, ma anche a quei doveri di solidarietà che sono iscritti nella Carta costituzionale.

Negli ultimi giorni, la contrarietà si è infine trasformata in ostilità aperta e, pebbene non sia intervenuto direttamente Papa Francesco, le parole pronunciate da alcuni degli uomini a lui più vicini sembrano dirla lunga su come oltretevere si guarda alla questione. Su come, probabilmente, possa considerarsi spezzato ogni residuo rapporto colloquiale con l'attuale esecutivo.

"Dove ci sono uomini che sono in necessità, nel bisogno, non credo sia solo la sicurezza a garantire che tutto sia in ordine: la sicurezza non guarda il cuore, mentre l'uomo ha bisogno di cuore soprattutto se è in difficoltà". Una dura condanna del Decreto Sicurezza e delle ragioni che stanno alla sua base arriva da un esponente di primo piano della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, considerato uno dei porporati più vicini a Papa Francesco. 

Un  attacco diretto, fuori dalle consuetudini e dal protocollo, a sottolineare l'estrema contrarietà con cui la chiesa italiana guarda alle politiche sposate dal governo su questo terreno. In particolare il cardinale, riportandosi allo stato dei migranti rimasti fuori dai centri di accoglienza e abbandonati per la strada, ha usato parole estremamente pesanti, chiamando in causa direttamente e personalmente il ministro per l'interno Matteo Salvini: "Che fine faranno bisogna chiederlo a chi ha preso determinate decisioni. Lui avrà visto bene, meglio, ma ho l'impressione che non saranno invisibili perché non li vedremo più, ma perché stiamo trovando la formula migliore di chiudere noi gli occhi per non vederli", ed ancora: "la loro invisibilità dipende dalla nostra capacità di non avere gli occhi aperti". In occasione della presentazione di "Ti stacco e poi ti aspetto", un audiolibro curato dalla Caritas Italiana, ha aggiunto: "mi sento in debito con il mondo, perché anche i miei sono partiti, sono stati accolti e hanno avuto una vita diversa". "Ho un debito da pagare e lo pago nei tuoi riguardi, tu non sei un peso ma sei per me la possibilità di un mondo diverso" e "gridando e digrignando i denti, non si costruirà un mondo diverso e la sicurezza diventerà egoismo".

Il cardinale Montenegro ha usato parole  durissime anche riguardo la scelta di tagliare i contributi sanitari per i migranti:
"Se io penso a me come uomo in un momento di difficoltà e vedo che tutto ciò che mi potrebbe aiutare a stare in piedi mi viene tolto, non si sta risolvendo il problema, ma mi stanno uccidendo due volte". 

Montenegro è ritornato sull'argomento ieri, In occasione della omelia per la festa dell'Immacolata: "Capita, giustamente, di commuoverci dinanzi a un animale che soffre (è una creatura vivente che merita rispetto), ma, per esempio, poi si resta indifferenti dinanzi a uomini (migranti) che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono e muoiono a migliaia, o dinanzi ai poveri che soccombono per la fame, o subiscono la violenza dei prepotenti o pagano il prezzo della corruzione e dell'illegalità".

La chiesa, dunque, fa sentire la propria voce con uno dei membri più influenti del collegio cardinalizio, ma non solo. Parla anche,  ed altrettanto chiaramente, un altro dei presbiteri  più vicini al Papa, ma anche più amati dai giovani. Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera, il prete di strada che ha fatto della lotta alla mafia una delle sue ragioni di vita, in occasione di un recentissimo convegno a Genova, ha criticato frontalmente il Decreto sicurezza che, ha detto, rappresenta il tradimento della Costituzione: "Mi sta a cuore la vita delle persone e ci siamo dimenticati la storia di noi migranti, lo siamo stati tutti dal sud al nord del nostro paese, all'estero. I profughi non possono essere messi insieme al pacchetto del capitolo del terrorismo, cercano la loro dignità e libertà, ci sono tante cose che devono essere prese in considerazione. E' una vergogna inoltre dell'Europa che dovrà rendere conto delle sue politiche contro l'immigrazione. Questo è il tradimento della Costituzione, della Democrazia del nostro paese. É un decreto fatto per respingere. Ci vuole una rivolta delle coscienze non possiamo stare a guardare".

 

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