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Danilo Taino “Scacco all’Europa”

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Negli ultimi tempi, assistiamo con vero piacere, all'attenzione che saggisti, scrittori, storici, geografi, politici mettono alla geopolitica.

Ma cos'è la geopolitica? Lucio Caracciolo, direttore di "Limes", un'interessantissima rivista di geopolitica, ne dà una spiegazione chiara, ma sibillina nel finale: "Non è una scienza, tempera la sindrome di onnipotenza e cesserà con la fine della specie umana. Forse".

Ma quel "Forse" dura da almeno 100 anni, dalla fine della Prima guerra mondiale.

Cento anni fa al famoso Congresso di Parigi quando si decise di richiedere i danni, immensi, causati dalla guerra ai Paesi sconfitti, i vincitori decisero di scompaginare l'Impero austroungarico, e, soprattutto la Francia, il rimborso direttamente alla Germania, occupando le regioni industriali per ricavarne gli "utili" economico-finanziari.

Il presidente americano, Thomas Woodrow Wilson, aveva raccomandato prudenza affinchè le ritorsioni non avessero a causare ulteriori conflitti ed insediamenti politici, nei Paesi sconfitti, di forze conservatrici, reazionarie e dittatoriali.

In Italia nacque il fascismo e in Germania si instaurò il nazismo.

Vent'anni dopo il mondo si trova immerso in una Seconda guerra mondiale. E al termine nel mezzo di una realtà bipolare: da una parte l'Occidente, con i Paesi ben strutturati e organizzati in organismi facenti riferimento agli Stati Uniti; dall'altra i Paesi dell'Europa orientale sottomessi all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Realtà che abbiamo avuto modi e tempi per analizzarla in tutti questi anni.

La scorsa settimana ci siamo occupati dalla caduta del "Muro di Berlino" e delle conseguenze della fine della cosiddetta "guerra fredda".

Ci si era illusi, che la vittoria degli Stati Uniti d'America e del "blocco" occidentale, che aveva dato man forte alla "guerra fredda", avrebbe portato in tutto il mondo cambiamenti radicali, con un'ipotetica bacchetta magica, democrazia e liberalismo, sconfiggendo le ataviche povertà in un clima del "Tutti vissero felici e contenti". 

Ma, non tutto filò liscio e le previsioni americane di un mondo monopolare, orchestrato e diretto dagli USA non si è realizzato e nel frattempo alcuni Paesi dell'Asia, soprattutto, lentamente, ma con determinazione, hanno conosciuto una crescita economico finanziaria, impensabile fino a qualche decennio fa.

La Cina e l'India sono cresciuti con numeri inimmaginabili sia sul piano della popolazione che della produzione in nuove tecnologie.

Nel frattempo si sono verificati l'11 settembre 2001, con l'attacco nel cuore dell'America e la messa in scena dell'uranio irakeno pronto per la bomba atomica, la guerra degli Stati Uniti a Saddam Hussein e il caos internazionale provocato dalle forze reazionarie islamiche, seminando morte e distruzione in tantissimi Paesi.

E come se tutto questo non bastasse arriva anche il 2008 mettendo in ginocchio le economie del mondo occidentale.

Nello scorso mese di aprile, Danilo Taino, dà alle stampe un volume di grande interesse: "Scacco all'Europa", con un sottotitolo altrettanto interessante: "La guerra fredda tra Cina e Usa per il nuovo ordine mondiale", edizione "Solferino".

Nell'ultimo decennio la Cina ha elargito a piene mani miliardi di dollari ai Paesi, africani soprattutto, ma non solo.

Ma l''ha fatto seguendo una strategia diversa da quella adoperata fino a qualche decennio fa, dai Paesi occidentali, che hanno preferito impinguare le tasche del dittatore di turno, pur di mettere le mani in quelle materie prime, di cui l'Africa è ricca 

 Danilo Taino affronta, con questo saggio e con molta lucidità, gli ultimi recenti iniziative che hanno proposto la Cina del nuovo presidente, Xi Jinping, come un Paese in grado di trascinare in una nuova avventura interi Paesi in un progetto che delimita una vasta parte del mondo, dall'Oceano Pacifico all'oceano Atlantico, nella formula di "Impero di mezzo".

Il nuovo padrone della Cina, con tutta una serie di iniziative, vedi la recente "Via della seta", cerca di dosare gli investimenti che devono servire, soprattutto, alla costruzione di ferrovie, porti, marittimi e fluviali, strade, città…!

Per ciò che riguarda l'Europa, Taino descrive tutte le criticità che si toccano con mano quotidianamente.

E, soprattutto, mette in evidenza quante cose, in questi anni ci sono sfuggiti.

Un esempio. Il porto fluviale di Duisburg, in Germania, ha assunto un'importanza strepitosa per i commerci cinesi.

"Mentre si dilaniava sulla crisi dell'euro e si divideva tra creditori e debitori, mentre discuteva di austerità contro crescita, mentre litigava sull'immigrazione e si spaccava tra aperturisti e nazionalisti, mentre difendeva le mille identità diverse del continente, non si rendeva conto di avere perso peso, magari non morale e commerciale ma certamente di prestigio e di potere, nei confronti del resto del mondo. E che rischiava di diventare un'appendice, una penisola, nella battaglia per un nuovo ordine internazionale che si sta svolgendo tra le grandi potenze. In prospettiva, una preda".

 

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