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Dal Pei alle nuove regole per esami e valutazione: guida in pillole alle novità del nuovo anno scolastico

La prima novità dell´anno scolastico che sta per iniziare (si parte il 5 settembre a Bolzano, poi dall´11 al 15 si tornerà in classe in tutte le regioni) interessa gli alunni di primarie e medie: entrano, infatti, in vigore le nuove regole sulla valutazione e sugli esami di Stato, introdotte dai decreti attuativi della legge 107.
Alle "ex elementari" si potrà bocciare solo «in casi eccezionali» e con «decisione unanime dei docenti della classe»; in tutto il primo ciclo l´ammissione alla classe successiva sarà possibile anche in caso di «insufficienze» in una o più discipline (le scuole dovranno però attivare percorsi di supporto per colmare le lacune); l´esame di terza media, poi, - in calendario a giugno 2018 - si asciuga, da cinque a tre prove scritte (italiano, matematica, lingue straniere), più il colloquio orale.
Per gli studenti delle superiori l´alternanza obbligatoria conquista le quinte classi, andando così a regime (interesserà 1,5 milioni di giovani - a settembre è prevista anche la pubblicazione della Carta con i diritti e doveri che dovranno rispettare i ragazzi in formazione in azienda); e ci saranno risorse in più per ampliare le borse di studio finalizzate all´acquisto di materiale didattico, trasporti, accesso a beni di natura culturale (il più volte annunciato esonero totale dal pagamento delle tasse scolastiche, in base all´Isee, decollerà invece nel 2018/2019 con le quarte superiori).
Restyling ai test Invalsi
All´elenco di "certezze" che gli otto milioni di alunni e le loro famiglie - le paritarie saranno frequentate da circa un milione di studenti - si troveranno di fronte alla ripresa delle lezioni va aggiunto, pure, il mini-restyling dei test Invalsi di certificazione delle competenze: «Oltre alle prove canoniche di italiano e matematica, che rimarranno, se ne aggiungerà una in inglese, spiega Carmela Palumbo, dg per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del Miur.
Sarà un test standardizzato che misurerà le abilità di comprensione e uso della lingua da parte degli alunni. In quinta primaria fornirà indicazioni più che altro alla scuola. In terza media invece i risultati verranno riportati in un attestato, da consegnare a studenti e genitori assieme al diploma, che indicherà il livello di competenza raggiunto dal ragazzo».
La prova Invalsi in lingua inglese si farà pure in quinta superiore (ma nel 2018/2019), e, come per il primo ciclo, lo svolgimento dei test diventa requisito di ammissione alle rilevazioni finali.
L´esame di Maturità cambierà l´anno successivo, nel 2018/2019, appunto: «Ma già quest´anno - ha aggiunto Palumbo - il ministero lavorerà per definire i quadri di riferimento per le prove. È una novità assoluta, indicheremo contenuti minimi e modalità di svolgimento degli esami e anche le competenze richieste ai maturandi. Si tratta di un´operazione di trasparenza per insegnanti e famiglie».
Per gli alunni disabili, poi, debutterà il «Pei» («Progetto educativo individualizzato») per favorire la maggiore inclusione possibile; alla primaria partiranno i Poli a orientamento artistico; l´infanzia vedrà l´esordio - graduale - del nuovo servizio unitario per i bambini da 0 a 6 anni; e nei prossimi mesi dovrebbe vedere la luce il nuovo regolamento per l´istruzione professionale previsto dalla Buona Scuola che proverà a dare una più chiara identità agli istituti professionali, rendendo più flessibile la loro offerta formativa e superando l´attuale sovrapposizione con l´istruzione tecnica. Il condizionale è però d´obbligo considerato l´ambito frammentato di competenze statali e regionali, e l´avvicinarsi delle urne.
Le promesse da mantenere
E proprio l´imminente scadenza dell´attuale governo inciderà (molto probabilmente) su alcuni recenti annunci fatti nei giorni scorsi dalla ministra dell´Istruzione, Valeria Fedeli (...).
A partire dalla sperimentazione, molto innovativa, in 100 prime classi del diploma superiore a quattro anni: l´esperimento, che partirà il prossimo anno, si concluderà nel 2023, e toccherà pertanto al nuovo esecutivo tirare le somme. E pure l´annunciata rivisitazione degli ordinamenti didattici e l´allungamento dell´obbligo scolastico a 18 anni (oggi 16) al momento è un argomento di discussione aperto (spetterà al nuovo decisore politico mettere nero su bianco una proposta).
Andranno, invece, verificate attentamente da famiglie e studenti altre due dichiarazioni del Miur su supplenti e "caroselli" di professori, entrambi previsti sensibile in calo. I primi grazie alla stabilizzazione di 15.100 cattedre: secondo le stime ministeriali quest´anno si scenderà - per la prima volta - sotto quota 100mila docenti precari. Si dovrebbero limitare pure i trasferimenti "solo per un anno": le maglie saranno un po´ più strette rispetto al 2016/2017, spiegano dal ministero. L´obiettivo è evitare che un´ampia fetta di spostamenti avvenga, tramite assegnazione provvisoria, dopo l´inizio delle lezioni a tutto svantaggio della continuità didattica da garantire ai ragazzi. Anche qui bisognerà attendere le prossime settimane per vedere se davvero sarà così.
* scritto da Claudio Tucci e pubblicato in IlSole24Ore scuola 28 agosto 2017

 

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