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Covid 19. Avvocati verso la fase 2: valorizzazione delle procedure adr

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«La fase 2, quella della ripresa, non oltre differibile, dal 12 maggio: valorizzazione e semplificazione (per lo svolgimento e per la trasmissione) di tutte le procedure alternative alla giurisdizione».

Questo è quanto ha annunciato il Consiglio nazionale forense (Cnf) nella sezione news del sito https://www.consiglionazionaleforense.it/web/cnf-news/-/691363.

Il Cnf, che sta adottando una serie di delibere dirette a fornire delle linee guida per la gestione della fase 2 di quest'emergenza sanitaria nazionale, ossia il periodo post emergenza Covid 19, afferma che se:

  • da un lato per garantire una ripresa della giustizia «l'implemento degli strumenti telematici e l'utilizzo della pec anche nei procedimenti penali, per il deposito di atti e documenti da remoto, sarà molto utile e funzionale»;
  • dall'altro sarà «necessario semplificare anche l'invio e il deposito degli accordi di negoziazione e dei provvedimenti, allargare e ripensare la negoziazione assistita in materia di lavoro, in materia di famiglia estendendola alle famiglie di fatto, semplificare e adottare, ove possibile, tutte le procedure alternative alla giurisdizione.

In quest'ottica il Cnf ha adottato la recente delibera di adesione al manifesto della giustizia complementare». 

Il manifesto in questione punta molto su negoziazione e mediazione che, in questo momento storico, possono essere pratiche alternative per offrire assistenza e soluzioni celeri, non solo in caso di conflitti insorgendi, ma anche in quelli già pendenti.

In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui è in crescita il numero di conflitti per inadempimenti, contrattuali, risoluzioni negoziali e responsabilità per ritardi nell'inadempimento di un'obbligazione dovuti al blocco della maggior parte delle attività lavorative, bisognerebbe focalizzare l'attenzione su soluzioni alternative al rimedio giurisdizionale. E ciò al fine di alleggerire il contenzioso. Per tale motivo, nel rispetto della legge, affidarsi alla mediazione e alla negoziazione potrebbe portare a risultati vantaggiosi per tutti.

Ne consegue che:

  • gli avvocati sono chiamati a lavorare con impegno nelle sedi di composizione negoziale delle liti al fine di alleggerire il ruolo delle cause pendenti nelle aule di giustizia;
  • i giudici, dal canto loro, nel caso di giudizi pendenti, devono concedere tempo alle parti al fine di consentire a queste di trovare una soluzione bonaria della questione;
  • i mediatori devono continuare ad assistere le parti nel percorso di mediazione sino ad arrivare a un accordo, ricorrendo a incontri telematici sino a quando questi non potranno essere svolti in presenza.

Il Cnf, nell'ottica di promuovere le soluzioni alternative al rimedio giurisdizionale, tuttavia, non dimentica tutti quei procedimenti per cui non è possibile tale tipo di soluzioni e ancora, una volta, manifesta preoccupazione per la trattazione delle udienze da remoto. Con particolare riferimento a quei procedimenti ritenuti urgenti e non rinviabili, sostiene il Cnf - «è necessario ora un grande sforzo di metodo e un qualificato impegno di avvocati, magistrati e anche del personale amministrativo per individuare le fasi:

  • dei giudizi che possono essere oggetto di mera trattazione scritta;
  • dei giudizi per i quali è possibile la trattazione e discussone da remoto;
  • dei procedimenti che, pena lo sbilanciamento degli interessi a danno della tutela delle garanzie di difesa, necessitano la partecipazione fisica di operatori e parti in tribunale con tutte le garanzie possibili di tutela della salute e con una calendarizzazione eccezionale giustificata dagli eventi e dalla temporaneità.

Il comune denominatore – in ogni caso – deve essere il bilanciamento degli interessi costituzionalmente garantiti, soprattutto quando sono coinvolti i soggetti più fragili e vulnerabili come i minori, i disabili, e gli anziani detenuti». 

 

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