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Commette reato chi pubblicizza attraverso Facebook la vendita di semi di cannabis.

I giudici della Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 196 dell´ 8 gennaio 2018, hanno stabilito che commette il reato di istigazione a delinquere ex art. 414 c.p. il soggetto che attraverso facebook propone la vendita di semi di cannabis accompagnata dalle istruzioni botaniche per la loro coltivazione.
Nel caso in esame era stata impugnata l´ordinanza con cui il Tribunale, quale giudice del riesame, aveva confermato il provvedimento di sequestro di 91.000 semi di cannabis, oggetto della proposta di vendita tramite facebook, sostenendo, la difesa del ricorrente, che la condotta era strutturalmente inidonea a costituire una istigazione in quanto l´offerta della vendita era diretta a soggetti già aduse al consumo di stupefacenti.
I giudici della Corte hanno affermato che l´offerta della vendita di semi dai quali è possibile ricavare, dietro indicazioni precise sulla coltivazione di esse, sostanza stupefacente, costituisce reato. Tale condotta, secondo i giudici di legittimità, che a tal fine hanno richiamato il principio affermato dalla sentenza emessa dalla stessa Corte a Sezioni Unite n. 47604/2012, non integra però il reato di cui all´art. 82 dpr n. 309/1990, ma semplicemente quello previsto e punito dall´art. 414 c.p.
Con riferimento al requisito della pubblicità della condotta richiesto dalla norma incriminatrice per la configurazione del reato i giudici della Sesta Sezione affermano che lo stesso nel caso in esame è stato soddisfatto dall´uso del social Facebook che oramai viene pacificamente accomunato al mezzo della stampa o di altro mezzo di propaganda.
Per tali ragioni il ricorso è stato dichiarato inammissibile
Si allega testo sentenza
Alessandra Garozzo
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