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Class action in Gazzetta, ecco la scheda con tutte le innovazioni

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E' stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale n. 92 del 18 aprile 2019, la Legge 12 aprile 2019, n. 31, recante "Disposizioni in materia di azione di classe" (c.d. class action).

Dopo aver messo in evidenza le criticità dei meccanismi di tutela collettiva fino a questo momento sperimentati nel nostro ordinamento, si traccia un quadro sintetico delle caratteristiche più significative della nuova azione di classe, non più limitata all'ambito consumeristico.

Allorquando, all'inizio del 2010, l'azione di classe aveva fatto il suo effettivo debutto nell'ordinamento italiano, grandi erano gli entusiasmi e le speranze che l'accompagnavano. Ma nello stesso frangente non mancava chi preconizzava un futuro irto di difficoltà per il primo congegno processuale che consentiva di vagliare in forma aggregata le pretese risarcitorie o restitutorie vantate da una pluralità di soggetti (purché ciascuno rivestisse i panni del consumatore) nei confronti di un'impresa.

L'esperienza maturata nel corso degli anni seguenti ha dato ragione alle voci più scettiche. E a ben poco sono serviti i correttivi apportati nel 2012 con il il c.d. decreto liberalizzazioni. I tentativi di innescare la tutela collettiva risarcitoria si sono per lo più infranti contro ostacoli procedimentali di vario genere o, comunque, hanno prodotto risultati di gran lunga al di sotto delle aspettative.

Malgrado qualche segnale di risveglio, testimoniato in particolare dalla pronuncia resa della Corte d'Appello di Milano il 25 agosto 2017 nel caso Trenord, che ha offerto un ristoro a circa tremila vittime dei disservizi nel trasporto ferroviario su alcune tratte lombarde, il bilancio dell'istituto è indubbiamente deficitario. A fronte di molteplici carenze, denunciate con forza da numerosi osservatori, già nella scorsa legislatura si era lavorato per il varo di una riforma radicale delle azioni collettive, estesa anche a quelle inibitorie: un disegno di legge d'iniziativa di alcuni deputati aveva così ottenuto l'assenso della Camera nel 2015, ma il relativo iter non era giunto a compimento. Nell'attuale legislatura si è ripartiti dal punto dove il percorso si era interrotto: un testo che ricalca per grandi linee il progetto precedente è stato approvato da entrambi i rami del Parlamento. Il sì definitivo è arrivato dal Senato, che si è espresso in tal senso a larghissima maggioranza il 3 aprile 2019.

Per la concreta esperibilità dei nuovi rimedi occorrerà però attendere un anno dalla pubblicazione della legge nella Gazzetta Ufficiale, momento che coinciderà con l'entrata in vigore della disciplina. Un differimento così lungo trova giustificazione, per un verso, nell'esigenza di emanare la normativa di attuazione concernente l'elenco delle associazioni e organizzazioni abilitate a innescare le azioni collettive e, per altro verso, nella necessità di adeguamenti tecnici funzionali all'efficace gestione delle procedure. Inoltre, dal momento che la riforma investe le sole condotte illecite poste in essere successivamente al giorno della sua entrata in vigore, non sarà certo repentino il declino dei meccanismi che si intendono superare: per il loro tramite, infatti, dovranno ancora passare le reazioni di matrice collettiva alle condotte lesive poste in essere prima di tale data.

Per un approfondimento dell'argomento e per scaricare il testo della legge clicca qui.

 «La class action in Italia è legge. Fino ad ora era limitatissima e aveva diversi paletti che l'avevano resa inutilizzabile. Noi l'abbiamo fatta diventare uno strumento generale. Era un altro punto del contratto di governo ed è stato realizzato in nove mesi. Finalmente la giustizia in Italia è al servizio dei cittadini onesti...». Sono parole del ministro Alfonso Bonafede dopo che il Senato ha approvato il ddl con 206 sì, 44 astenuti e un solo voto contrario.

La legge consta di soli sette articoli, e con essa la regolamentazione dell'azione di classe è trasfusa, tramite una serie di addenda, al codice di procedura civile. «I cittadini - scrive il ministro Bonafede - ogni volta che vengono lesi i loro diritti, possono unirsi e far valere i loro diritti tutti assieme. Questo dà la possibilità a tanti cittadini che da soli sarebbero deboli, di unirsi e diventare forti, magari nel caso in cui dall'alta parte c'è un soggetto economicamente molto forte. Un punto importante è che la norma non vale solo per il privato cittadino, ma anche per le imprese: con questa legge, diamo la possibilità anche agli imprenditori di unirsi se un loro diritto è stato leso». 

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