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Alla redazione di Reti di Giustizia è pervenuto un documento redatto dai giovanni avvocati iscritti in Cassa Forense negli anni 2019/2020 con il quale avanzano cinque distinte proposte dirette al Governo finalizzate a superare le diverse criticità riguardanti il reddito di ultima istanza. Condividendo l'iniziativa pubblichiamo qui di seguito integralmente il testo del documento.
Cinque proposte per il Reddito di ultima istanza
Dopo tre mesi di emergenza sanitaria, il mondo del lavoro si avvia a tornare ad una graduale "normalità", ad eccezione di uno dei settori più rilevanti per la vita democratica ed economica del Paese: la Giustizia.
Tale situazione di "blocco" coinvolge tutti gli operatori del diritto ed in particolare gli avvocati, i quali vivono una condizione di quasi totale sospensione della propria attività lavorativa: tra il rinvio d'ufficio a data successiva al 31 luglio 2020 della maggior parte delle udienze (rinviate in alcuni casi anche al 2023/24) e l'ormai prossima sospensione dei termini processuali nel periodo feriale, il rientro all'ordinaria attività giudiziaria avverrà di fatto non prima del mese di settembre con effetti disastrosi sulla certezza del diritto, quindi sulla vita dei cittadini, e di riflesso sulla condizione economica di migliaia di professionisti che già si trovano e si troveranno ancora nei prossimi mesi privi delle proprie fonti di reddito.
Questa condizione, al di là della riapertura solo sulla carta degli studi professionali dallo scorso 14 aprile, determinerà la complessiva cancellazione di sei mesi lavorativi e, proprio in ragione delle enormi difficoltà dettate dall'emergenza, è stata fondamentale l'istituzione del Fondo per il Reddito di ultima istanza ex art. 44 Decreto "Cura Italia" con l'erogazione a sostegno dei professionisti di un'indennità di € 600,00 per il mese di marzo, liquidata, però, con un'anticipazione degli Enti previdenziali solo tra fine aprile e metà maggio, vanificando l'effetto assistenziale consistente nella ratio della misura. L'art. 78 del Decreto "Rilancio" ha riconosciuto un'indennità anche per i mesi di aprile e maggio ma, alle soglie di giugno, il mondo delle Professioni attende ancora l'emanazione di un Decreto Interministeriale che fissi importi e requisiti cui seguiranno ulteriori tempi tecnici per la presentazione delle domande ed infine la liquidazione da parte delle Casse di previdenza private
In questa vicenda, merita particolare attenzione la situazione in cui versano i giovani avvocati iscritti agli Ordini territoriali ed a Cassa Forense nel biennio 2019-20, migliaia di esordienti nella professione, senza una clientela consolidata, né risorse utili per sostenere le difficoltà del prolungato lockdown della Giustizia, che inizialmente hanno persino rischiato di essere esclusi dal bonus marzo a causa di un'infelice formulazione dell'art. 1, co. 2 Decreto Interministeriale 28.3.2020, risolta dal Ministero del lavoro con un chiarimento ufficiale solo dopo una lunga mobilitazione il 21 aprile. Alla luce di questo recente precedente e viste le anticipazioni fornite dal Ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri in sede di audizione innanzi alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, riteniamo opportuno sollevare alcune criticità e formulare delle proposte. Dette dichiarazioni chiariscono che i bonus per i mesi di aprile e maggio saranno erogati anche a quanti sono stati ingiustamente esclusi dall'abrogato art. 34 Decreto "Liquidità" ed ammonteranno per tutti i professionisti ad € 600,00 per aprile ed € 1000,00 per maggio. Orbene, dal momento che quest'ultima indennità potrebbe essere sottoposta ad una condizionalità, così come previsto per lavoratori autonomi e Co.Co.Co. iscritti alla Gestione Separata INPS ex art. 84 Dl n. 34/20, al fine di non reiterare l'incertezza patita dagli iscritti 2019-20, assicurando loro la garanzia di accesso al Reddito di ultima istanza, e per porre rimedio a svariate ingiustizie che hanno colpito migliaia di professionisti, ci rivolgiamo al già citato Ministro Gualtieri ed alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo affinché:
• il prossimo Decreto Interministeriale contenga una norma che non metta nuovamente in dubbio il diritto dei professionisti iscritti nel 2019-20 agli Enti di diritto privato di previdenza obbligatoria all'ottenimento dei bonus aprile e maggio; quest'ultimo senza alcuna possibile condizionalità in ragione della storia lavorativa e fiscale priva di parametri su cui basare il raffronto dell'eventuale calo di fatturato/reddito (così come avvenuto per il bonus marzo in assenza di percezione di un reddito derivante dall'esercizio della professione ovvero un reddito complessivo per l'anno di imposta 2018);
• la condizionalità, ove prevista, sia limitata – come già previsto dall'art. 1, co. 2 lett. b) del Decreto Interministeriale 28 marzo – ai professionisti che abbiano redditi più elevati e quindi siano stati proporzionalmente meno colpiti dalla paralisi dei Tribunali;
• venga ordinata alle Casse di previdenza private la revisione delle domande per il bonus marzo ingiustamente respinte a causa dall'abrogato art. 34 Decreto "Liquidità" che, lungi dall'esser stata "norma interpretativa", ha introdotto ex post l'ulteriore requisito dell'iscrizione in via esclusiva agli Enti previdenziali privati, vieppiù riconoscendo efficacia retroattiva alla predetta norma e nonostante l'art. 78 Decreto "Rilancio" chiarisca che "ai fini del riconoscimento anche per i mesi di aprile e maggio 2020 dell'indennità", laddove quell' "anche" è stato all'uopo inserito per attribuire altresì efficacia retroattiva alla disposizione de qua, in una evidente logica di armonizzazione normativa;
• venga prevista una revisione delle domande per il bonus marzo respinte in ragione dell'iscrizione agli ordini professionali successivi al 31.3.2020, data arbitrariamente individuata da alcuni Enti quale termine per il conseguimento di un illegittimo requisito soggettivo (iscrizione ordine);
• i bonus aprile e maggio siano erogati anche ai professionisti percettori di una trattamenti di invalidità erogata dagli Enti previdenziali privati.
Gli Avvocati iscritti
nel 2019-20
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