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Castrazione chimica, tramonta l'idea di Giulia Bongiorno, non se ne farà nulla

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Castrazione chimica si, anzi no. Finisce con un nulla di fatto l'idea lanciata da Matteo Salvini e fatta propria dal ministro Giulia Bongiorno per i responsabili di reati di violenza sessuale. Proprio la Bongiorno si era detta d'accordo: "Per questo abbiamo presentato alla Camera un emendamento per inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena ad un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido". La Lega, aveva sottolineato il ministro, "sostiene questa misura da tempo, anzi è uno dei motivi, con la legittima difesa, che mi ha fatto avvicinare alla Lega". I grillini "hanno inserito nuove norme sulla violenza sessuale, noi su questo argomento. La norma non è nel contratto. Mi auguro che si trovi un'intesa".


 La castrazione chimica, aveva detto Giulia Bongiorno rispondendo alle perplessità del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, non è certo una castrazione fisica ma un trattamento praticabile alla ricorrenza di alcuni presupposti, quali il consenso informato, la richiesta del reo e la non irrevocabilità del medesimo trattamento.

Ma tali elementi non hanno convinto il MoVimento 5 Stelle che, tramite i propri rappresentanti al governo, hanno fatto sapere di non essere assolutamente d'accordo e che un'intesa, su questo punto, sarebbe stata impossibile. Tanto è bastato poche ore fa a far dichiarare al Ministro della Pubblica Istruzione che non se ne farà nulla.

 

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