Cassazione: rubare al supermercato piccola quantità cibo per stretto bisogno non è reato

Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione, Sezione V Penale, con sentenza 7 gennaio – 2 maggio 2016, n. 18248, che in queste ore sta provocando una ridda di reazioni di segno opposto anche da parte di esponenti della politica e delle istituzioni.
Riepiloghiamo i fatti. La Corte d´Appello di Genova aveva confermato la sentenza del Tribunale di Genova dei 24.10.13 che condannava alla pena di giustizia, previa concessione delle attenuanti, O.R., ritenuto responsabile di furto.
Proponeva ricorso il Procuratore Generale, sostenendo che la Corte d´Appello non avrebbe valutato la possibilità di ritenere configurabile la fattispecie di cui all´art. 626 n°2 c.p., considerato che
l´imputato, persona straniera senza fissa dimora, si era impossessato di generi alimentari del valore di 4 euro e, in ogni caso, l´ipotesi tentata, dal momento che l´imputato era stato notato da un cliente mentre si impossessava della merce ed era stato immediatamente segnalato al personale che l´aveva bloccato, ottenendo la pronta restituzione dei beni.
La Suprema Corte ha premesso in fatto che il furto aveva avuto per oggetto due porzioni di formaggio ed una confezione di wurstel del valore complessivo di quattro euro; l´imputato, invece, aveva pagato alle casse soltanto una confezione di grissini ed aveva nascosto gli altri generi alimentari sotto la giacca. Egli era soggetto privo di dimora e di occupazione.
Orbene, a giudizio della Suprema Corte, la condizione dell´imputato e le circostanze in cui era avvenuto l´impossessamento della merce dimostrano che egli si era impossessato di quel poco cibo per far fronte ad una immediata ed imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità.
Si tratta quindi di una accertata causa di giustificazione che ha imposto l´annullamento della sentenza impugnata perchè il fatto non costituisce reato.
In allegato la Sentenza nel testo integrale