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Piercamillo Davigo - magistrato italiano, Presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di cassazione e dall'aprile 2016 all'aprile 2017 presidente dell´Associazione nazionale magistrati - sarà il prossimo ministro della Giustizia destinato a sostituire Alfonso Bonafede. L'accordo sarebbe stato trovato, a quando stanno riferendo dalla mezzanotte di ieri molte agenzie di stampa, nel corso di un conciliabolo notturno tra il premier Giuseppe Conte e i suoi vice Gigi Di Maio e Matteo Salvini che, immediatamente dopo, avrebbero incontrato all´alba di oggi il prossimo ministro Guardasigilli il quale li ha ascoltati attentamente per "senso di galateo istituzionale" e dal quale, stando a quanto riferiscono alcuni boatos, avrebbero ricevuto un "assenso piuttosto condizionato".
Sebbene sul punto esista ancora un clima di incertezza comunque destinato a diradarsi entro le 24 di oggi, le condizioni poste al candidato al Ministero di via Arenula sarebbero legate ad una richiesta, piuttosto esplicita, di modifica della Costituzione: "Siamo ormai entrati nella Terza Repubblica" - hanno detto i due - ed occorre dare ulteriori segnali di discontinuità. Basta con questa operazione di distensione che ultimamente alimenta il ministro Bonafede che, ad ogni piè sospinto incontra magistrati e perfino avvocati pretendendo che essi ascoltino fumosi discorsi sulla riforma ora della giustizia, ora dei codici civili e penali, ora - diciamo per dire - sui carburanti dell'auto del suo collega Danilo Toninelli. Insomma, era meglio che Fofo continuasse a fare il dj. Ora è il momento di guardare oltre. Bisogna procedere abbattendo quegli stantii principi che da decenni abbiamo considerato mostri sacri, a partire dalla presunzione di innocenza, che occorre rimuovere per far posto ad una presunzione di colpevolezza. Un obiettivo che può essere conseguito con la modifica della nostra Costituzione, e abbiamo i numeri per farlo". Così, con una dichiarazione congiunta, i due vicepremier, cui ha fatto eco il candidato: "Già che ci siamo, dovremo porci il problema di una possibile modifica dell´articolo 24 della Carta. Beninteso, non nel senso di eliminare il principio del giusto diritto alla difesa, ci mancherebbe, ma nel senso di sostituirlo con una piccola, direi quasi insignificante, addenda: "La difesa è esposta dallo stesso Pubblico Ministero poco prima che il medesimo formuli la propria richiesta". Che ovviamente - melius re perpensa e in omaggio al principio del libero convincimento - potrà essere di condanna. Un capolavoro: renderemo più rapidi i processi e sfoltiremo anche gli ordini forensi. D´altra parte, che bisogno c'è di avvocati nel processo, se ci siamo noi?"
Parole, queste, particolarmente apprezzate da un pm eccellente, Antonio Di Pietro, che ha immediatamente diffuso un selfie con una sintetica dichiarazione: "Sogno d'accordo, anche se non c'azzecco nulla".
Ma non basta. Secondo altre anticipazioni la presunzione di innocenza non sarebbe l´unico principio destinato ad essere posto in discussione, in quanto a saltare - ma questa volta radicalmente - ci sarebbe anche la regola della prescrizione: "Occorre evitare inutili duplicazioni. Gli italiani non sopportano più una miriade di istituti sovrapposti, e la prescrizione civile è quindi sufficiente. Quella penale possiamo quindi eliminarla. Certo, esiste un prezzo da pagare, in quanto saremo chiamati, probabilmente, a riaprire i processi contro Galileo e Giordano Bruno, ma sarà bello ed avvincente compiere questo passo all´indietro della nostra storia. Magari, potremmo cominciare ad aprire una attenta istruttoria su Cesare Beccaria, sulla cui dottrina - non posso certo nasconderlo - fin dai tempi della Università ho nutrito profondi sospetti".
I termini dell´accordo tra i leaders prevederebbero due sottosegretari da affiancare al nuovo guardasigilli. Al termine di una ricerca tra le figure più vicine al nuovo titolare del Ministero di giustizia, la scelta si sarebbe ristretta ad una alternativa tra due celebri giustizialisti, Ghedini e Santanchè. Sui quali il candidato nutrirebbe però dubbi "non di maniera".
Ma sulla scelta dei sottosegretari, negli ultimi minuti si è abbattuta lira di un furioso Renato Brunetta: "Hanno approfittato del mio meritato riposo, dopo il banchetto di questa notte, per mettersi d'accordo ma io non consentirò mai che questi nani della politica possono fare indisturbati i propri comodi"
Post scriptum: il presente post, pubblicato all´alba del 1 aprile 2018, mantiene la sua veridicità fino alle ore 24:00 dello stesso giorno. Trattandosi di pesce d´aprile, ogni dichiarazione e circostanza narrata sarà destinata a perdersi nei flutti dell´oceano allo scoccare della mezzanotte.
Post scriptum: il presente post, pubblicato all´alba del 1 aprile 2019, mantiene la sua veridicità fino alle ore 24:00 dello stesso giorno. Ogni dichiarazione e circostanza narrata sarà destinata a perdersi nei flutti dell´oceano allo scoccare della mezzanotte.
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