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Cocaina a praticanti e collaboratori di studio e matrimoni di comodo, avvocato bolognese condannata

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Probabilmente era adusa a farlo sollecitata da un approfondimento giurisprudenziale sul fumus boni iuris condotto insieme a collaboratori e praticanti del suo studio legale. Sta di fatto che la titolare, un avvocato di 48 anni, la cocaina la poneva a disposizione di tutto lo staff del proprio studio, anche se dai resoconti giornalistici non è dato sapere se, nel predetto studio, si svolgessero veri e propri coca-party oppure se la cessione fosse proposta per una consumazione a casa, nè se tali proposte siano state, e noi ne dubitiamo, accettate.

Sta di fatto che la titolare dello studio, un avvocato bolognese che era stata sospesa per un anno dall'esercizio della professione, ora è stata pure condannata dal giudice monocratico del Tribunale Penale di Bologna ad 1 anno e 3 mesi, pena sospesa, di reclusione. Ma l'avvocato non si limitava solo a proporre, oltre alle prestazioni legali, anche cocaina, ma secondo le tesi della procura, ricostruite  da La Repubblica, aveva fatto da testimone  per combinare matrimoni di comodo in modo da poter fare ottenere ad uno dei nubendi la possibilità di poter ottenere un permesso di soggiorno.

Secondo quanto è dato sapere, la vicenda del matrimonio è accaduta nel 2016 mentre  le cessioni di sostanze stupefacenti, che comunque sarebbero state a titolo gratuito e in piccole dosi, sarebbero andate avanti per quasi 3 anni. La ricostruzione dei fatti è comunque contestata dalla difesa della professionista, che molto probabilmente proporrà appello. In ogni caso la condanna avrà immediatamente l'effetto di determinare la revoca della misura cautelare dei domiciliari cui l'avvocato era stato sottoposto, mentre rimane da capire se potrà tornare ad esercitare la professione dopo la sospensione disposta dagli organi disciplinari

 

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