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Avvocati contro Cassa Forense, protesta anche la Puglia, organizzati flash mob per la Liberazione

Una serie di flash mob di protesta nei confronti di Cassa Forense sono stati indetti nella giornata di oggi in Puglia e calendarizzati, simbolicamente, per il 25 aprile, Festa della Liberazione. Ne danno notizia due testate on line pugliesi immediato.it e Stato Quotidiano, secondo le quali Ideatore dell´originale forma di protesta "è il legale foggiano, Eugenio Gargiulo, 46 anni, pugliese".
Riportiamo tra virgolette il contenuto dell´articolo facendo tuttavia presente che due legali pugliesi, nella nostra pagina Fb, hanno smentito che il Gargiulo sia attualmente iscritto all´albo*

"Avvocati contro la Cassa Forense. Con una petizione pubblicata online ad inizio gennaio, ha preso avvio la protesta degli avvocati contro i costi eccessivi necessari per pagare i contributi previdenziali all´Ente di categoria.

La petizione promossa da un gruppo di avvocati di Catania è destinata ad aprire un nuovo capitolo alla lotta tra Cassa Forense e avvocati ed è stata immediatamente seguita da una serie di ulteriori iniziative, finalizzate soprattutto all´abrogazione della legge "taglia avvocati" che, in appena 2 anni, ha costretto alla cancellazione forzata qualcosa come circa 30.000 avvocati italiani.

Premessa necessaria: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato, nell´agosto 2014, il Regolamento attuativo dell´art. 21 della Legge Professionale n. 247 del 2012, che ha imposto a tutti gli avvocati, iscritti all´apposito albo, l´iscrizione obbligatoria anche alla Cassa Forense, con versamento di un contributo di importo fisso indipendentemente dalle condizioni reddituali. La conseguenza immediata di tale provvedimento è stata quella di cancellare forzatamente, e quindi far letteralmente sparire dagli albi professionali, circa trentamila avvocati italiani, soprattutto più giovani e meno abbienti.

E se per gli studi legali, con giro d´affari multimilionario, il pagamento della quota di iscrizione è risultato praticamente insignificante, una significativa schiera di professionisti ha avuto serie difficoltà a sostenere tale spesa: appunto, qualcosa come trentamila avvocati – coloro, cioè, che percepiscono un reddito inferiore ai 10.300 euro annui.

Insomma un vero e proprio dramma per quei professionisti economicamente più deboli, per i quali , in caso di cancellazione dall´Albo, sarà complicato trovare un´alternativa alla disoccupazione, vuoi per l´età anagrafica e professionale non più giovanissima, vuoi per il fatto di essere altamente specializzati in un settore del diritto e non in altri.

Pur trattandosi, forse, di un problema meno sentito dall´opinione pubblica rispetto ad altri "drammi lavorativi" cui abbiamo assistito nell´ultimo lustro – come ad esempio quello degli esodati, dei pensionati minimi e dei piccoli imprenditori costretti a chiudere per l´impossibilità di far fronte alle spese , tutto quanto sopra ha causato in questi ultimi 2 anni conseguenze catastrofiche soprattutto nei confronti di migliaia di giovani laureatisi ed abilitatisi alla professione forense con grande fatica e sacrifici umani nonchè economici rilevanti.

Lo "spazzare via", in un sol colpo, dal mercato del lavoro migliaia e migliaia di professionisti del diritto, è una grave ingiustizia sociale che sta rendendo l´attività forense una professione "censitaria", oltre a ripercuotersi negativamente anche sulla vita dei comuni cittadini: alterando il corretto operare dei meccanismi concorrenziali, si rischia di ledere la libertà di scelta e – in definitiva – il diritto alla difesa che l´articolo 24 della Costituzione garantisce a ogni cittadino.

Ed è proprio per sensibilizzare l´attenzione dell´opinione pubblica sugli iniqui contributi previdenziali obbligatori richiesti dalla Cassa Forense a tutti gli avvocati, compresi quelli più giovani e meno abbienti, e sugli effetti prodotti in questi 2 anni dalla legge ribattezzata "taglia avvocati" , che ha prodotto una vera e propria mattanza di decine di migliaia di avvocati meno abbienti e con un reddito basso, che la protesta si sposta dinanzi ai Palazzi di Giustizia italiani: martedì 25 aprile 2017, tutti coloro che potranno , ed in primis gli avvocati presenti sul posto, si ritroveranno dinanzi al Tribunale di Foggia , tutti uniti in un girotondo ,per un flash mob nazionale, proprio nel giorno della Festa della Liberazione come metafora della necessità ,per molti avvocati italiani, di liberarsi e non essere più oppressi dai costosi ed onerosi contributi previdenziali obbligatori richiesti dalla Cassa di previdenza forense a tutti i legali italiani indipendentemente dal reddito effettivamente percepito.

Ideatore dell´originale forma di protesta è il legale foggiano, Eugenio Gargiulo, 46 anni, pugliese, avvocato dal 1996, da sempre molto cliccato sul web, tra i leader nazionali del movimento dei cosiddetti "avvocati esodati", già resosi protagonista di altrettanto originali forme di protesta sempre per lo stesso motivo, come quando ha organizzato un altro flash mob sulla spiaggia di Rodi Garganico coinvolgendo nella protesta anche numerosi bagnanti e turisti".
Fonte: Immediato.it, 24.2.2017
*in seguito alla segnalazione dei Colleghi pugliesi la redazione ha contattato telematicamente le redazioni delle fonti, chiedendo espressamente se il Gargiulo sia iscritto all´albo e in quale località. Inoltre ha potuto verificare l´esistenza, nel web, di interviste ed interventi del Gargiulo, presentato come "avvocato" anche da periodici di rilievo nazionale. Resta inprecluso, naturalmente, il diritto di ogni cittadino di manifestare liberamente il proprio pensiero a prescindere dalla appartenenza ad albi ed elenchi. Siamo comunque in attesa delle precisazioni immediatamente richieste alla fonte.
Successivamente, alle 21 di sabato, ci ha scritto l´avvocato Gargiulo, e la sua risposta è questa: "gentilissimi, devo precisarvi che dal febbraio 2015 non sono più nell´albo dell´ordine di Foggia, nel quale sono rimasto iscritto dal novembre 1996.....naturalmente i motivi sono quelli per i quali altri 30.000 avvocati si sono dovuti cancellare forzatamente...ovvero l´impossibilità di pagare i contributi alla Cassa Forense , divenuti obbligatori a prescindere dal reddito. E´ importante precisare che resto sempre un avvocato avendo superato l´esame di abilitazione il 9/10/1996 e che ho (come avete ben sottolineato) il sacrosanto diritto di manifestare il mio pensiero come qualsiasi libero cittadino , a prescindere da albi ed elenchi. Non riesco a comprendere questa campagna (...) i
da parte di colleghi dello stesso territorio, con i quali ho frequentato la medesima università e che mi attaccano per le mie iniziative come questa del flash mob contro la legge taglia avvocati. Perchè ? Eppure chi mi attacca ha un suo studio legale, ha una segretaria, una bella macchina, può pagare i contributi... Vi saluto cordialmente e vi ringrazio per l´attenzione. Eugenio Gargiulo".





 

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