L´esperienza di alternanza scuola-lavoro dovrà essere «coerente con l´indirizzo di studio seguito» dal ragazzo. La formazione "on the job" potrà svolgersi anche «durante la sospensione delle attività didattiche» (quindi, pure in estate o a Natale) o, persino, «all´estero»; e per la validità del percorso «è richiesta la frequenza da parte dello studente di almeno tre quarti del monte ore previsto dal progetto» (le durate indicative - fissate dalla riforma Renzi-Giannini del 2015 - sono almeno 400 ore negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali, almeno 200 ore nei licei).
Gli alunni, poi, dovranno essere seguiti da due tutor, uno scolastico, uno aziendale (nelle pmi, di solito è lo stesso imprenditore), e i ragazzi andranno accolti in «ambienti di apprendimento favorevoli alla loro crescita». Ma gli studenti avranno anche degli obblighi: rispettare le «regole di comportamento, funzionali e organizzative» dell´impresa che li ospita, e mantenere la «riservatezza» su «dati, informazioni e conoscenze» acquisite durante il periodo formativo "on the job".
Il provvedimento
Dopo una gestazione di oltre un anno, è pronta la Carta dei «diritti e doveri» degli alunni in alternanza: il provvedimento, 7 articoli totali, elaborato dal Miur, ha ricevuto l´ok dei ministeri del Lavoro e della Funzione pubblica, e la prossima settimana, salvo sorprese, sbarcherà sul tavolo della conferenza Stato-Regioni per il via libera finale. Le nuove regole entreranno in vigore a settembre, proprio quando l´alternanza obbligatoria raggiungerà la quinta superiore, coinvolgendo, a regime, poco più di 1,4 milioni di ragazzi.
«La Carta è, nei fatti, l´ultimo tassello normativo per il decollo dell´alternanza - ha spiegato Carmela Palumbo, dg per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Miur -. Diamo delle indicazioni puntuali a istituti e imprese perchè vogliamo percorsi formativi di assoluta qualità. Certo, ci sono anche doveri che gli studenti dovranno rispettare: la scuola on the job è infatti istruzione a tutti gli effetti, e il periodo di apprendimento sul campo entrerà nella valutazione complessiva del comportamento dell´alunno».
Le novità
La bozza di articolato, che si applica pure agli studenti in alternanza dei percorsi di istruzione e formazione professionale, erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali di Stato, conferma come a ragazzo e genitori debbano essere date «ampie e dettagliate» informazioni sull´esperienza di studio e di lavoro; e al termine del percorso gli studenti potranno esprimersi sull´efficacia dell´esperienza svolta (andrebbe declinato un pò meglio il richiamo alle competenze acquisite e all´importante funzione di orientamento al mondo del lavoro che deve svolgere anche la stessa scuola).
Salute e sicurezza
Lo studente in alternanza è equiparato, a tutti gli effetti, a un lavoratore: l´azienda, pertanto, è tenuta ad adempiere alla formazione in tema di salute e sicurezza, integrando le prime nozioni generali erogate dall´istituto scolastico. All´alunno dovrà essere garantita la sorveglianza sanitaria (ove richiesta); e i ragazzi dovranno, comunque, essere assicurati presso l´Inail e coperti per la responsabilità civile verso terzi. Se necessario, dovranno essere dotati, pure, di dispositivi di protezione (per contenere in parte gli oneri in capo ai datori si apre alla possibilità di stipulare accordi ad hoc tra ministero, Inail e Asl).
In ogni caso, per tutelare i ragazzi, il rapporto alunno/tutor aziendale non dovrà essere superiore a 5 a 1 per attività "a rischio alto"; 8 a 1 se il rischio è "medio"; 12 a 1 se invece è "basso" (sarà così nella quasi totalità dei percorsi "on the job"). Per garantire il rispetto della Carta dei «diritti e doveri» sono previste apposite commissioni territoriali, composte da studenti, docenti e genitori (le aziende, fondamentali per ospitare ragazzi, non sono - purtroppo - menzionate)
* scritto da Claudio Tucci e pubblicato sul Sole 24 Ore scuola 24 luglio 2017