(ANSA) - GELA (CALTANISSETTA), 4 FEB - Vittime di mafia ma "furbetti" del cartellino. Secondo la guardia di finanza che ha indagato per settimane su di loro, con appostamenti e pedinamenti, sono tre fratelli di Gela (una femmina e due maschi) figli di un commerciante di macchine agricole, incensurato, esponente della Dc, ucciso a colpi di pistola dai killer della "Stidda" nel febbraio del 1989, davanti a un bar del quartiere Macchitella, durante la guerra di mafia.
Le fiamme gialle, nel 2012, avrebbero accertato che i tre fratelli e una quarta persona della Soat, per motivi personali, si assentavano continuamente dal lavoro a volte arbitrariamente a volte con permessi che prevedevano il recupero delle ore non prestate che però non sarebbe avvenuto quasi mai. Da qui, nel 2015, l´accusa formulata nei loro confronti dal pm, Elisa Calanducci (nel frattempo trasferita ad altra sede), che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per falso e truffa in danno della pubblica amministrazione.
Fonte: Ansa
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