Coniuge violento, Cassazione: quando separazione deve essergli addebitata

Continue e reiterate violenze psicofisiche determinano l´addebito della separazione a carico del marito che le pone in essere.

Ciò è stato ribadito dai Supremi Giudici di Cassazione con Sentenza n. 22689 del 2017 – I sezione Civile - depositata in data 28 settembre 2017, con la quale essi, confermando quanto statuito dai Giudici dei primi due gradi di giudizio, hanno inteso punire anche da un punto di vista civilistico l´uomo (già condannato in sede penale) che da circa venti anni umiliava fisicamente e psicologicamente l´intera compagine familiare.

I Giudici di Piazza Cavour hanno ritenuto che fosse stato proprio tale comportamento violento a determinare la rottura del vincolo matrimoniale avvenuta solo a distanza di tanti anni esclusivamente a causa della debolezza caratteriale della donna.

Nessun dubbio vi è stato in ordine all´effettività della condotta violenta testimoniata dagli stessi figli palesemente scossi e traumatizzati dalla figura paterna.

Anche solo un episodio di violenza sarebbe stato atto - hanno comunque rilevato i giudici della SC - a causa del suo alto disvalore, tra l´altro in totale conflitto con i doveri matrimoniali, a determinate l´addebito della separazione a carico della persona violenta.

Gli Ermellini non hanno accolto, dunque, nessuna delle obiezioni poste in essere dall´uomo, né attribuito alcun valore ad una ipotetica valutazione astratta in ordine alla capacità genitoriale del padre, dando piuttosto rilevanza ai fatti verificatisi nel corso degli anni che hanno creato traumi determinanti a carico dei figli oltre che della moglie.

Tale grave e censurabile condotta dell´uomo ha spinto i Supremi Giudici ad affidare in maniera esclusiva alla madre il figlio più piccolo oltre che a stabilire il suddetto addebito della separazione a carico del marito.

Per i motivi detti i supremi Giudici rigettano pienamente il ricorso proposto dall´uomo.