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245.631 Avvocati, 100mila sono a rischio: ecco il disegno per eliminarli

Con l´inaugurazione dell´anno giudiziario il CNF ha pubblicato i dati degli avvocati iscritti al 18 gennaio 2018: siamo 245.631!
Per fortuna negli ultimi 4 anni sono diminuiti del 23% gli aspiranti avvocati che si presentano agli esami.
Il Presidente di Cassa Forense, nel suo intervento al Congresso Giuridico di Venezia del 5 maggio 2017, era stato lungimirante: siamo tanti, o ci ricicliamo o il numero crollerà a 150 – 120.000 ... la selezione la fa il mercato!
Cominciando a cancellare dall´Albo i 20.641 fantasmi che sono coloro che, iscritti Albo – iscritti Cassa, non inviano il Modello 5 e quindi restano fantasmi, ne rimangono altri 100.000 da cancellare.
Inutile nascondersi dietro un dito: l´operazione è già iniziata e viene utilizzata la leva reddituale con il consenso tacito della politica che in questi ultimi anni ha imposto agli avvocati tutta una serie di obblighi, per esempio di formazione e di assicurazione, con pesanti ricadute economiche.
Se a questo aggiungiamo l´utilizzo della leva previdenziale... il quadro è completo.
Risulta però evidente che la selezione non la fa il mercato ma la classe dirigente forense.
Per molti anni la politica ha utilizzato gli Albi come altrettanti ammortizzatori sociali; la moltiplicazione geometrica delle Università ha contribuito all´aumento della quantità ma non certo della qualità, ora il numero degli Avvocati è andato oltre ogni parametro europeo, la politica non è in grado di affrontare il problema e lascia all´establishment la riduzione dei numeri.
I 120.000 avvocati in bonis sono d´accordo tanto più se consideriamo che 25.000 circa detengono il 50% del PIL dell´intera Avvocatura italiana.
Poiché il PIL resta sostanzialmente stazionario, l´eliminazione di 120.000 iscritti porta a una redistribuzione del PIL tra i restanti senza alcun problema, in termini di sostenibilità di lungo periodo, per Cassa Forense la quale "si verrebbe a liberare" di tutti i sotto reddito che, in termini di trattamento pensionistico, sono il problema.
La selezione deve essere invece fatta dal mercato ma sulla base del merito e non della capacità reddituale. L´utilizzo della leva reddituale è illegittimo.
Siamo però arrivati a un bivio: o si prosegue sulla strada intrapresa della selezione reddituale o si perseguono politiche inclusive puntando certamente sulla crescita del PIL dell´Avvocatura italiana e su una più equa redistribuzione dello stesso tra gli iscritti.
Io avrei affrontato questo tema in sede d´inaugurazione dell´anno giudiziario!
L´attuale sistema previdenziale forense non è inclusivo ma esclusivo: l´ultima campanella suonerà a settembre – ottobre 2018 quando l´Avvocatura sarà chiamata a rinnovare il Comitato dei Delegati di Cassa Forense.
Entro il 15 marzo 2018 il Presidente di Cassa Forense dovrà indire le elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati fissando le operazioni di voto per tutti i circondari da completarsi entro il 15 ottobre 2018 in 5 giorni consecutivi tra lunedì e venerdì, indicando l´orario di chiusura delle votazioni alle ore 13.00.
Il Comitato dei Delegati è eletto a suffragio diretto sulla base di liste concorrenti.
Hanno diritto di elettorato attivo gli iscritti alla Cassa Forense e almeno a un albo o registro al giorno precedente quello di indizione delle elezioni.
Hanno diritto di elettorato passivo gli avvocati iscritti alla Cassa Forense e a un albo da almeno 5 anni con i seguenti requisiti di onorabilità e professionalità:
a) alla data di scadenza per la presentazione delle candidature siano iscritti ininterrottamente alla Cassa Forense e a un albo da almeno 5 anni;
b) alla presentazione della candidatura abbiano inviato le comunicazioni obbligatorie e siano in regola con i pagamenti dei contributi dovuti ed esigibili da Cassa Forense;
c) non abbiano ricevuto richieste di pagamenti di interessi e di sanzioni, alle quali non abbiano ottemperato nei termini e con le modalità indicate dalla Cassa Forense;
d) non siano stati condannati con decreto penale o sentenza irrevocabili, anche se emessa ai sensi dell´art. 444 c.p.p., alla pena della reclusione per delitto non colposo, pur se sostituita con altra sanzione;
e) non siano sottoposti a misure cautelari, di sicurezza e/o prevenzione;
f) non abbiano subito sanzioni disciplinari definitive più gravi dell´avvertimento, con esclusione della censura inflitta definitivamente da almeno cinque anni anteriori a quello della data di indizione delle elezioni del Comitato dei Delegati;
g) non si trovino in stato di interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
Se i 100.000 a rischio grave di cancellazione sapranno unirsi, evitare sterili contrapposizioni, presentare liste alternative e sostenerle con il voto... la situazione potrà essere cambiata!
Avvocato Paolo Rosa

 

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