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Via l'ora di religione, Imu anche per la chiesa, otto per mille trasparente: al Senato mozione bipartisan, una nuova Villa Madama?

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Abolire l'ora di religione, sostituendola con un'ora di educazione civica, sottoporre i beni di proprietà ecclesiastica al pagamento dell'Imu. In omaggio ai principi derivanti da una recente sentenza della Corte di giustizia, costringere le autorità ecclesiastiche a restituire il tributo indebitamente omesso in passato. Mantenere il beneficio dell'otto per mille, ma subordinarlo alla alla verifica precisa dei criteri per la destinazione del suo intero ammontare. Sono solo tre, anche se tra le più importanti,  dei punti contenuti nella proposta appello  lanciata  dall' Associazione Luca Coscioni della quale fa parte il suo redattore, Carlo Troilo, che adesso, è questa la novità, ha fatto ingresso anche nelle aule parlamentari, essendo stata trasformata in una mozione La mozione alla fine del mese di aprile dal parlamentare Riccardo Nencini, come primo firmatario, ricevendo anche delle firme di deputati appartenenti ai più diversi schieramenti politici, di maggioranza e di minoranza, quali Emma Bonino (+Europa), Maurizio Buccarella (M5S), Roberto Rampi (Pd), Loredana De Petris (Leu), Carlo Martelli (Gruppo Misto), Elena Fattori (M5S), Tommaso Cerno (Pd), Matteo Mantero (M5S). Ma non si tratta solo di loro, in quanto la proposta è stata sottoscritta da centinaia di intellettuali, giornalisti, giuristi, e perfino uomini di chiesa. Perfino, appunto. In quanto la finalità dell'appello è ribadire la laicità dello Stato, sottraendo alla chiesa cattolica ogni posizione di privilegio all'interno dell'ordinamento italiano. 

Insomma, dopo gli accordi di Villa Madama che, nel 1984, segnarono una rimeditazione, sia pur parziale degli accordi del Concordato del 1929, le relazioni tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede potrebbero conoscere una terza fase, ancora più ispirata ai principi della laicità e dell'autonomia della Repubblica rispetto al fenomeno religioso, e alla chiesa cattolica in particolare. Sempre che, naturalmente, le formazioni politiche i cui esponenti hanno firmato la proposta, non si tirino indietro.

"Il nostro obiettivo – sono parole dell'ideatore, Carlo Troilo – è quello della laicità dello Stato, che non è un obiettivo antireligioso, ma anzi profondamente rispettoso della libertà religiosa e di espressione. Vorrei che la scuola fosse il luogo dove vengono insegnati il pensiero critico e l'educazione civica, e vorrei che il danaro pubblico fosse utilizzato per finanziare progetti di interesse pubblico invece che assegnati a fondo perduto a organizzazioni religiose, che poi lo utilizzano anche per campagne politiche, come accaduto per il sabotaggio del referendum sulla legge 40. I privilegi fiscali per gli enti legati al Vaticano, oltre ad essere un danno per tutti i cittadini, sono una offesa innanzitutto ai cattolici, che vedono impropriamente utilizzata la motivazione religiosa per imporre misure di iniquità fiscale".

Il testo dell'appello: "Concordato Dopo 90 anni un appello per tornare alla laicità dello Stato e tagliare i privilegi della chiesa":

La revisione del Concordato derivante dall'accordo Craxi-Casaroli del 1984 introdusse, almeno sulla carta, quattro importanti novità:

1) la religione cattolica non era più la religione di Stato;

2) il suo insegnamento nella scuola statale aveva carattere facoltativo

3) nelle questioni di diritto familiare lo Stato rivendicava una propria autonomia

4) il finanziamento diretto della chiesa da parte dello Stato (congrua) veniva sostituito dall'autofinanziamento da parte dei fedeli grazie al meccanismo dell'8per mille.

Le scelte politiche degli anni successivi – anche dello stesso governo Craxi - si mossero però in direzione opposta, riportando in essere i privilegi accordati nel 1929. Con queste conseguenze:

- La religione cattolica è rimasta "religione di Stato" nel sentire e soprattutto nei comportamenti della nostra classe politica (per non dire del "servizio pubblico radiotelevisivo")

- Il suo insegnamento è tuttora di fatto "obbligatorio", per la casualità delle alternative. Ed è scandaloso che lo stipendio dei suoi insegnanti sia a carico dello Stato e che essi entrino nei ruoli della scuola senza concorso, con l'impegno a trovar loro un'altra collocazione nel caso la Chiesa – che li designa - ritiri loro la sua legittimazione

- Le gerarchie ecclesiastiche continuano ad invadere la sfera della politica italiana e non solo nelle questioni di diritto familiare

- L'abolizione della congrua è stata più che compensata dal meccanismo dell'otto per mille e dai criteri arbitrari con cui viene eseguita la ripartizione della quota "non destinata" dai contribuenti (circa la metà del totale).

A 90 anni dalla firma del Concordato, chiediamo tre provvedimenti urgenti per dare almeno attuazione alla revisione del 1984:

- Abolizione dell'ora di religione.

- Revisione degli attuali criteri per la ripartizione della quota (circa il 50 %) dell'8 per mille "non destinato", che privilegiano nettamente la Chiesa Cattolica.

- Revisione delle norme relative all'IMU sui beni immobili della Chiesa e azione determinata per dare attuazione alla recente sentenza della Corte Europea, recuperando nella misura del possibile l'ICI non pagata in passato (4-5 miliardi di euro).

Tre provvedimenti "facili" in attesa di trovare le soluzioni giuridiche e le condizioni politiche per rimettere profondamente in discussione il Concordato, così da ridurre l'ingerenza del Vaticano nella politica italiana, volta ad impedire la conquista di nuovi diritti civili. Fermo restando il giudizio altamente positivo sulla azione di tante associazioni cattoliche di volontariato a favore dei diseredati.

Chi è Carlo Troilo, l'ispiratore

Carlo Troilo, giornalista, ha sempre operato nel campo della comunicazione sia aziendale (capo ufficio stampa dell'IRI e direttore delle Relazioni Esterne della RAI) sia politica (capo ufficio stampa dei ministri del Commercio Estero e delle Partecipazioni Statali) sia associativa ( è stato segretario generale dell'ISIMM, Istituto di Studi sulla Innovazione nei Mass Media).

Fin dai tempi della università si è occupato, come militante socialista, dei diritti civili. Negli anni Settanta ha avuto la "doppia tessera" socialista e radicale ed ha collaborato con Marco Pannella e Gianfranco Spadaccia nella creazione del CUSI (Comitato per l'Unità della Sinistra Italiana). Dal 2006 collabora con l' Associazione Luca Coscioni, dove ha seguito in particolare i temi delle scelte di fine vita, della trasparenza nella Sanità e della disabilità. Da due anni cura una news letter quindicinale sui temi dei diritti civili .

Nel 2012 ha pubblicato con Rubbettino il libro "Liberi di morire. Una fine dignitosa nel paese dei diritti negati", con prefazione di Emma Bonino, in cui ha tracciato una "agenda laica" dei diritti civili.

Nel novembre del 2013 ha organizzato per l'Associazione – con il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell'Università "La Sapienza" di Roma – gli "Stati generali dei diritti civili", aperti di da una relazione di Stefano Rodotà e chiusi dagli interventi di Marco Pannella ed Emma Bonino.

 

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