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Toghe e politica, su Emiliano attesa decisione Csm. Pg: "Sia sanzionato disciplinarmente, ha violato regole"

Secondo il sostituto procuratoregenerale della Cassazione, Carmelo Sgroi, che è intervenuto, esponendo le ragioni dell´accusa nel procedimento in atto al Csm contro Michele Emiliano, magistrato in aspettativa che ha ricoperto le cariche di sindaco di Bari, di assessore e di presidente della Regione Puglia, e al quale viene però imputato di aver ricoperto incarichi politici dirigenziali nel Pd «non coessenziali all´espletamento dei mandati» tra i quali la sua candidatura nel corso dell´ultimo congresso del PD, in alternativa a quella di Matteo Renzi.

Al temine di una breve camera di consiglio, la sezione disciplinare ha aperto il dibattimento che si concluderà a fine luglio con la decisione.

Secondo il Pg Sgroi la condotta di Emiliano è stata «appannata l´immagine di imparzialità»: «La sezione disciplinare è chiamata oggi a definire un caso non comune, definito nel gergo giornalistico dei ´magistrati in politica´. Le definizioni sintetiche hanno un peso, e se invertiamo la frase e diciamo politici nella magistratura o partiti nella magistrata abbiamo una visione diversa che è quella che dobbiamo guardare». Es ancora: «L´obiettivo della sanzione disciplinare è preservare il magistrato, in ruolo o fuori ruolo, da un pregiudizio da appartenenza partito-politica», ha spiegato il pg, e «come è possibile pensare di tornare, senza soluzione di continuità, in ruolo dopo una partecipazione partita così lunga e importante, senza appannare l´immagine di imparzialità e indipendenza».

«Emiliano nell´interrogatorio ha prospettato la sua buona fede, per assenza di precedenti. Ma mi pare difficile sostenere una sorta di inconsapevolezza di incorrere nella violazione (e comunque, ndr) non è vero che il divieto nasca nel 2006, anche prima l´appartenenza a un ´centro di potere partitico´ era sanzionabile secondo le Sezioni Unite», anzi «dal 1946 la vicenda sarebbe stata sottoponibile a procedimento disciplinare».

Secondo Spataro «Quale che sia, la vostra decisione sarà di importanza storica».
«Come può, in una democrazia, un eletto in quanto magistrato non partecipare continuativamente a un partito? È come alzare un muro: ´devi solo andare in parlamento o in consiglio e quello che viene espresso non rientra nelle tue funzioni´».

«Sono stupito - ha detto Spataro - dal fatto che avere cariche nel partito sia definito dalla procura generale come non ´coessenziale´ ai mandati elettivi. Ma se fosse vietato sarebbe la fine del mandato elettivo che il consiglio ha autorizzato. Se Emiliano voleva svolgere al meglio la sua funzione non poteva non partecipare», diversamente «sarebbe stato come aspirare ad occupare una poltrona. Secondo me un magistrato eletto che finisce di esercitare il suo mandato deve essere ammesso a una funzione diversa da quella che esercitava prima. Non ha però senso dire che un rientro sarebbe un ingresso della politica nella giurisdizione».

 

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