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TARI, stop del Governo ad aumenti: "Sindaci non scarichino su cittadini i loro errori"

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I sindaci non possono pensare di neutralizzare l´illegittimità che hanno compiuto nel calcolo della Tari per gli anni dal 2014 ad oggi, che comporta la restituzione agli utenti del servizio delle differenze tra quanto dai sì pagato nel complesso e quanto essi avrebbero dovuto pagare se il Comune avesse correttamente applicato le norme di legge, andando ad aumentare la cassa a partire dal prossimo anno in misura corrispondente a tale differenza da corrispondente.
Lo ha messo nero su bianco il Ministero dell´Economia rispondendo, in Parlamento ad una nuova interrogazione del medesimo parlamentare del MoVimento 5 Stelle che, con la sua interpellanza, un mese fa aveva dato origine a quella che è diventata, soprattutto in questo periodo dell´anno di chiusura dei bilanci, la bestia nera per migliaia di ragioneria e comunali tenute a far quadrare i conti.
Il chiarimento ministeriale disillude quindi le speranze di tantissimi sindaci per una scorciatoia all´italiana, mentre rimane aperta la strada per una compensazione tra il debito e le poste accredito che matureranno fin dall´anno prossimo.
Questo portale, che ha dedicato un grande spazio alla questione, è che, tramite lo studio, ha anche lanciato una campagna legale a beneficio di tutti quei contribuenti che vogliono recuperare gli arretrati a cui hanno diritto - coloro che hanno tale intenzione possono consultare nella homepage la sezione campagne legali - non può che risultare per questa presa di posizione del dipartimento Finanze che, ha osservato nella propria nota, ha preso atto della impossibilità che la Tari sia caricata sugli anni successivi mancando i presupposti legittimanti richiesti dalla legge quali la «riduzione delle superfici imponibili» oppure gli «eventi imprevedibili». Tra questi non rientra il caso della moltiplicazione del tributo sulle pertinenze.
Avv. Pietro Gurrieri

 

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