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E' quanto affermato dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione, nella sentenza del 20 novembre 2023, n. 32010, la quale ha precisato altresì che la l'informativa in merito alla protezione internazionale è adempimento preliminare ed essenziale all'adeguata raccolta delle informazioni dallo straniero.
Nello specifico, secondo i giudici di legittimità, il rispetto di quanto previsto dall'art. 10-ter del d.lgs. n. 286 del 1998, postula che sia fornita a tutti gli stranieri condotti per le esigenze di soccorso e di prima assistenza presso gli appositi punti di crisi (c.d. "hotspot"), una informativa completa ed effettiva sulla procedura di protezione internazionale, sul programma di ricollocazione in altri Stati membri dell'Unione europea e sulla possibilità di ricorso al rimpatrio volontario assistito, trattandosi di un obbligo diretto ad assicurare la correttezza delle procedure di identificazione e a ridurne i margini di errore operativo.
Il predetto obbligo, prosegue la sentenza, sussiste anche nel caso in cui lo straniero non abbia manifestato l'esigenza di chiedere la protezione internazionale, posto che il silenzio ovvero una eventuale dichiarazione incompatibile con la volontà di richiederla - che deve in ogni caso essere chiaramente espressa e non attraverso formule ambigue - non può assumere rilievo se non risulta che la persona è stata preventivamente compiutamente informata.
In sostanza, secondo quanto desumibile dalla decisione in commento, affinché tale informativa possa reputarsi esaustiva è indispensabile che siano rispettate precise modalità nel fornirla, occorre cioè che venga resa in una lingua comprensibile al destinatario ed alla presenza di un interprete o mediatore, al fine di consentire una verifica sulla comprensibilità delle informazioni fornite.
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Paola Mastrantonio, avvocato; amante della libertà, della musica e dei libri. Pensiero autonomo è la mia parola d'ordine, indipendenza la sintesi del mio stile di vita. Laureata in giurisprudenza nel 1997, ho inizialmente intrapreso la strada dell'insegnamento, finché, nel 2003 ho deciso di iscrivermi all'albo degli avvocati. Mi occupo prevalentemente di diritto penale. Mi sono cimentata in numerose note a sentenza, pubblicate su riviste professionali e specializzate. In una sua poesia Neruda ha scritto che muore lentamente chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno. Io sono pienamente d'accordo con lui.