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Sindrome di Pigmalione: l'irrefrenabile impulso a cambiare il partner in nome del (falso) amore

Sindrome di Pigmalione: l'irrefrenabile impulso a cambiare il partner in nome del (falso) amore

La mitologia greca narra di uno scultore molto bravo di nome Pigmalione che dopo aver creato una statua rappresentante il suo ideale di bellezza, ha continuato nel tempo a forgiarla e plasmarla, perché mai contento del risultato raggiunto, come se in lei mancasse sempre qualcosa per renderla perfetta secondo i propri canoni. Questa statua, di nome Galatea, essendo inanimata non aveva un'individualità, mancava quindi di idee, sentimenti, stati d'animo, e si lasciava cambiare senza nessun tipo di resistenza o sofferenza. 

Nella relazione sentimentale, al contrario, ci confrontiamo con persone che, se fortemente "forgiate e plasmate" per apportare un qualsiasi tipo di cambiamento in loro, possono sentirsi non amate e accettate per ciò che sono ma per come noi le vorremmo, e ciò può portare ad un grande senso di frustrazione e rabbia, in quanto si finisce per amare non la persona reale ma un ideale che, come tale, risulta inarrivabile.
La credenza di poter cambiare prima o poi il partner è essenzialmente un assurdo autoinganno: come lo scultore greco modellava continuamente la sua statua per raggiungere il suo ideale di perfezione, così nella Sindrome di Pigmalione, il partner viene "invitato" ad apportare dei radicali cambiamenti sulla sua persona o sul proprio stile di vita, per adattarsi alle aspettative e caratteristiche dell'altro; in questo modo ciò che si comunica è che non ci piace cosi e com'è, e che solo cambiando potrà essere apprezzato. Ecco il perché del senso di profonda frustrazione.
Il Pigmalione di turno cosa prova? Egli può vivere sentimenti gratificanti nel prendersi cura così profondamente della persona cara ma dovrebbe incominciare a riflettere sul perché di tale comportamento e soprattutto sul perché della sua scelta.
Quella di scegliere è un'azione di responsabilità che viene agita sulla base dei nostri bisogni, valori e ideali. Scegliamo il partner per il modo in cui questi ci fa sentire, sulla base dalla nostra situazione interiore del momento e sulla base nel nostro "ideale" di relazione a due.

 Perchè allora si sceglie un partner che poi si vuole cambiare? Inizialmente nella conoscenza si cerca di sfiorare la perfezione…si mettono in evidenza i pregi e le meraviglie possedute e a volte, anche autoingannandosi, ci si mostra "migliori", nel senso di differenti, da come si è. I difetti vengono notati in una fase successiva all'innamoramento, in una fase che non è più stordita dalla passione ma che si va spingendo verso un bivio: scegliere di andare verso la via dell'amore e dell'accettazione o scegliere di scontrarsi contro i turbini e le tempeste del cambiamento a tutti i costi dell'altra persona, innescando quindi insoddisfazioni, recriminazioni e difficoltà nella comunicazione di coppia?

 L'amore sano e/o l'amore maturo permette ad entrambi i partner di sentirsi liberi di esprimere sé stessi nel rispetto delle individualità e del senso di coppia, quel senso che implicitamente o esplicitamente ogni coppia si trova a fronteggiare e che permette ad entrambi di avere una regolamentazione, entro e fuori dalla quale ci si esprime in un modo accettabile o non dall'altro partner. Furi dalle "regole" implicite ed esplicite date resta l'Individuo, la Persona e la Personalità del partner, lo stesso che è stato scelto in una prima e seconda fase della storia della coppia, quella stessa scelta che ha il dovere di farsi sentire accettati (quasi) incondizionatamente. Importante è non sottovalutare la mutabilità che comunque contraddistingue gli esseri umani e di come eventi particolarmente significativi nella vita possono favorire questa condizione, in modo a volte anche negativo per la relazione di coppia. La capacità di comunicare in modo efficiente permette non solo la comprensione di ciò che può apparire inspiegabile ma anche la possibilità di mediare, venendosi incontro. Nei casi in cui tutto ciò appare e diventa complicato, si ricorda l'importanza di ricorrere ad una terza figura, tecnica e professionista.
L'alternativa ultima? Cambiare non il partner ma partner.
Denebola Ammatuna, psicologa-psicoterapeuta

 

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