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Sicilia, Giustizia in lutto: incidente su A19, muore il PM Giovanni Romano

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Un gravissimo lutto tra le Toghe siciliane. Strade che continuano ad uccidere, questa volta un magistrato in servizio nella Procura di Enna, Giovanni Romano, di 39 anni, che - come ha battuto l'ANSA poco fa - è morto in un incidente stradale mortale avvenuto sull'autostrada Palermo Catania, nei pressi dello svincolo di Tremonzelli. Secondo la ricostruzione dell'agenzia di stampa, un camion che trasportava surgelati prima ha travolto l'auto del magistrato, una Volkswagen Tiguan, poi è precipitato da un viadotto.
L'autista del mezzo pesante è rimasto leggermente ferito mentre per il conducente della vettura non c'è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con l'elisoccorso e due ambulanze. Le indagini sono condotte dalla polizia stradale.

Il Magistrato lascia la moglie e un figlio in tenera età. Ai familiari e ai colleghi le condoglianze più sincere della redazione.

 Il nostro cordoglio

R.I.P. PROCURATORE ?

No, non è giusto morire a 39 anni sulla strada, senza neppure che ci sia la possibilità di giocarsi una carta per la vita.
Siamo esterrefatti, addolorati, per la morte, poche ore fa, lungo un'autostrada da sempre assassina, di uno dei Magistrati più giovani, e brillanti, della Sicilia, il sostituto procuratore di Enna Giovanni Romano, un uomo dotato non solo del senso dello Stato e del diritto, ma anche, come da tutti riconosciuto, di capacità umane straordinarie. "Sorrideva sempre...", ci ha scritto una collega.
Amava il proprio lavoro, e non a caso è morto nell'adempimento del proprio dovere. Stava recandosi, a bordo della propria auto, non di un auto blu, ad un incontro con il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini, in visita in Sicilia. Non è riuscito ad arrivare, invece è arrivata una tragica notizia, ed è stato annullato tutto. Ed ad Enna il Tribunale si è fermato, tutto sospeso, udienze comprese.

Non sono che parole, pesanti come pietre, quelle affidate ad uno scarno comunicato dell'Associazione Nazionale Magistrati, che tuttavia danno il senso della perdita, immane, che la Giustizia ha subito: "Apprendiamo con sgomento la tragica notizia della scomparsa del giovane collega Giovanni Romano, sostituto procuratore della Repubblica a Enna, che stamane ha perso la vita in un incidente stradale. Giovanni era un magistrato brillante ed aveva una carica umana straordinaria, qualità riconosciute ed apprezzate da tutti".

Ed anche tutti noi ci stringiamo, in un abbraccio sincero e non formale, attorno alla moglie, anch'essa Magistrato, Germana Maffei e ai familiari.
R.I.P. Procuratore, la terra Le sia lieve, non la dimenticheremo.

 GIOVANNI "JOE" ROMANO, IL PROCURATORE CON IL PALLINO DELLA SCRITTURA: "AMAVA IL ROCK E INFONDEVA SERENITÀ"

«Nei suoi racconti c'è un senso del ritmo e delle cose molto importante, una percezione degli esseri mai giudicante. La bellezza dello sguardo di Giovanni è che aveva uno sguardo sereno e pacato, sempre comprensivo, che secondo me è la qualità migliore per essere un buon magistrato».
Tra i primi a ricordare, con una intervista a Meridionews, il Magistrato Giovanni Romano, Dafne Munro, responsabile della casa editrice Urban Apnea.
Si, perchè "Joe", così lo chiamavano presso la Urban, era anche uno scrittore, e di lui, adesso, oltre i ricordi personali restano anche i suoi racconti: «Ha scritto per noi un racconto - ricorda Munro - una storia di calcio che si intitola Partita finita. Di una profondità enorme, parla di alcuni tifosi che poi si scazzottano su un treno e uno finisce accoltellato. E ha poi partecipato un ricordo su 100.Memory. Quando ci siamo confrontati per la pubblicazione ho trovato di fronte una persona molto intelligente, pacata, con una bellissima capacità d'ascolto. Siamo onorati di aver collaborato con lui. Eravamo stati insieme a fine settembre, per la festa di presentazione del libro 100.Memory».

Un magistrato, insomma, con la passione della musica, del rock. Tanto - ricorda ancora Munro - "da scegliere addirittura il punk inglese dei Sex Pistols come colonna sonora del proprio racconto, basato su un ricordo dell'adolescenza: giugno 1996, Palermo, «le tre del pomeriggio e il caldo appiccicoso della città". La memoria si tinge di ricordi dolcissimi: «Una persona di un garbo e di una gentilezza eccezionali, una persona molta equilibrata. Infondeva serenità col suo sorriso dolcissimo, sempre ottimista. Lui e la moglie formavano una coppia bellissima, di quelle che si invidiano. Un ragazzo così giovane e così determinato ha fatto una fine così atroce, è andato incontro in maniera ineluttabile al suo destino».

 

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