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Sebastiano Ardita, uno dei magistrati più esposti contro la criminalità e attuale procuratore aggiunto a Catania, ha scritto:
"Giulia Tramontano aveva 29 anni e tra 2 mesi avrebbe dato alla luce il suo primo figlio; invece è stata uccisa dal suo compagno, lei ed il bimbo che portava in grembo. Colpita a coltellate e poi infierendo sul suo corpo e provando a bruciarlo. L'assassino è reo confesso e fin da subito - sulla base della riforma cd Cartabia - potrà chiedere di avviare percorsi di giustizia riparativa ( attraverso iniziative varie, magari chiedendo di incontrare i parenti della vittima).Se sarà condannato ed avrà qualche attenuante o beneficio (le attenuanti per la confessione, o i benefici per i percorsi di giustizia riparativa), tra liberazione anticipata e misure alternative/liberazione condizionale, dopo una decina di anni di carcere tornerà libero per rifarsi una vita, come è già accaduto per altri.
Lei invece rimarrà sottoterra, viva solo nel ricordo e nel dolore dei suoi cari…vittima di un crimine efferato in un sistema penale che non fa più paura".Questo post è valso ad Ardita fortissime critiche da alcuni rappresentanti dell'Avvocatura. Perfino il CNF è sceso in campo con il suo giornale "Il Dubbio" non per suacitare un dibattito, ma per condannare quasi in contumacia il procuratore.
Ciascuno può farsi un giudizio, liberamente e non perchè, per professione o vocazione, debba rincorrere suggestioni corporativistiche o massimaliste.
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