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Sabrina ed Eleonora, una storia d'amore, tra una madre e la propria bambina. Un mostro, chiamato osteosarcoma per la piccola, ancora tredicenne, brucia i loro sogni, c'è il tempo per la prova scritta d'italiano di terza media, poi all'improvviso scende la notte.
Per Sabrina Bergonzoni, quel tema è tutto ciò che resta, lo scrigno che custodisce gli ultimi pensieri di Eleonora, comincia a cercarlo, mail e telefonate alla scuola, a Bologna, appello anche sui social, nessuno la ascolta.Sabrina comincia a leggere «C'è una persona per cui provo grande ammirazione, ve ne parlo» comincia Ele. Parla di una donna, di un'amica, di una psicologa che le era entrata, con la sua empatia, con la profondità dei suoi pensieri, nel cuore. Ele, a 13 anni, l'ammirava, a lei aveva deciso di dedicare il suo tema: «Ammirare vuol dire guardare anche con il cuore, ammirare vuol dire stimare, per me l'ammirazione è per persone buone, brave, coraggiose, forti e decise verso il bene, piene d'amore, di giustizia, di misericordia». Così, Ele aveva scritto, questo l'ultimo suo messaggio consegnato al mondo, e alla sua mamma.
Sabrina, impossibile trattenere la commozione: «Viene dal cuore, un tema senza rabbia, nel quale non si fa cenno alla malattia. In queste righe ho ritrovato la mia bambina, saggia, idealista, profonda, la conosco molto bene».
La conosco, al presente, perché non c'è barriera che possa frapporsi all'amore di una madre. Può, al massimo, sospenderlo, ma facendolo rivivere in altri occhi, altri abbracci. «Con l'ufficio scolastico di Bologna lavoreremo per progetti di sensibilizzazione sulla malattia e la disabilità a scuola, per superare insieme altri piccoli e grandi muri di gomma, al fianco delle famiglie che devono affrontare la malattia grave di un figlio».
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